Barcellona e Antonì Gaudì

Dalle Origini ai giorni nostri

Realizzato da Angela Laganà
 
La città di Barcellona, anticamente conosciuta come “Julia Augusta Faventia Paterna Barcino” fu fondata intorno al I sec. a.c. sulla sommità di una piccola collina delimitata dai fiumi Besòs e Llobregat adiacente a una zona paludosa che fu subito convertita dai romani in porto smantellando quello più antico situato ai piedi di Montjuic. Il centro della città romana, denominata Barcino, era collocato in corrispondenza dell’attuale Plaça Sant Jaume punto di incontro degli antichi cardo e decumano;aveva pianta rettangolare tipica e, a protezione di essa, fu eretta una muraglia lunga 1.220 metri e alta circa 8 intervallata da torri le cui tracce sono chiaramente visibili ancora oggi.
Nonostante che a partire dal III sec. d.c. la città cominciò a soffrire un periodo di grande instabilità politica, riuscì a consolidare il suo territorio accrescendo le sue dimensioni .
Durante questo lungo periodo di crisi la città si dotò di un nuovo sistema di mura che aveva come limiti fisici attuali la Rambla a sud-ovest, la Ronda Sant Pere a nord e il Paseig de San Juan a nord-est (Barcellona romanica).
Tale crescita economica fu interrotta improvvisamente intorno al XIV sec. a causa di periodiche epidemie che diminuirono di un quarto la popolazione che allora raggiungeva i 40.000 abitanti. Al fine di concentrare i gruppi di popolazione dispersa e nuovi campi irrigati per la coltivazione, nel 1359 si cominciò a costruire una terza cinta muraria che comprendeva il quartiere denominato Raval (dall’arabo Arrabal che significa ampliamento) (Barcellona gotica). A causa di questa nuova espansione la Rambla diventò l’arteria principale della città che però non sarà urbanizzata fino al XVIII sec..
In questo stesso periodo, a scopi difensivi, verrà posto il divieto di edificare per un raggio di due chilometri al di fuori dalle mura, così nacque, a tale distanza verso l’interno, la prima urbanizzazione al di fuori della città “Gracia”.
  Durante il XV sec. si cominciarono a costruire grandi opere tra cui il nuovo porto antistante il quartiere marittimo; una cinta muraria sul mare al fine di proteggere la città dalle mareggiate, la prima università.
  Con l’inizio del XVIII sec. (Barcellona neoclassica) comincia per Barcellona un altro periodo di crisi dovuto all’occupazione da parte di Filippo V. Tutto ciò porta alla soppressione dei precedenti organi di governo quali le “Corti”, la “Generalitat” e il “Consiglio dei Cento” e, per controllare meglio la città furono erette una cittadella militare (dove attualmente è situato il Parc de la Ciutalella) a nord e la fortezza di Montjuic a sud,  inoltre furono demoliti numerosi edifici del quartiere della Ribera (Born) e si cominciò a costruire un nuovo quartiere per i pescatori, la Barceloneta. Si cominciarono a edificare i primi edifici neoclassici a ridosso della Rambla.
  Alla fine del XIX sec. fu completata la definitiva demolizione della cinta muraria quindi la città, liberatasi da limiti fisici e ideologici, comincia la sua nuova espansione verso l’interno.
   Nel 1859 per mezzo del Plan Cerdà si diede corso alla costruzione dell’Eixample, una maglia regolare di edifici che servirà a ricucire il centro cittadino con tutte le altre urbanizzazioni, quali il quartiere di Gracia, San Martì de Provençals e Sants.
   All’inizio del XX sec. Barcellona rivive un nuovo periodo di instabilità politica e militare coincidente con la II Repubblica che fece si che tutti i progetti urbanistici di trasformazione in una grande metropoli venissero interrotti.
   Soltanto nel 1939 riprende la crescita della capitale catalana che vede la realizzazione dei grandi sventramenti urbani quale la creazione della Via Laietana, la rimodellazione del quartiere Gotico, l’urbanizzazione di Montjuic e i lavori per l’Esposizione Universale del 1929.
La densità della città aveva raggiunto livelli insostenibili, dell’ordine degli 864 abitanti per ettaro (la più alta d’Europa), con i conseguenti disagi di carattere sociale, di ordine pubblico e sanitario, lo stesso Cerdà affermava che l’indice di densità edilizia è proporzionale al tasso di mortalità.
Quindi era chiaro che l’unica soluzione a tutto ciò era l’abbattimento delle mura.
   Nel 1858 fu affidato all’ing. Cerdà l’incarico di redigere un accurato rilievo del territorio e degli edifici esistenti di Barcellona (fino ad allora inesistente) e successivamente fu indetta una gara per la stesura di un piano di espansione della città che fu vinto da Antonio Rovira i Trias.
L’edificio tipo dell’ Eixample era in linea di massima molto semplice, il primo piano molto sontuoso era destinato ad accogliere la residenza del proprietario mentre i piani successivi molto più sobri venivano dati in affitto, mentre l’ultimo era destinato alla servitù.



MODERNISMO


Sagrada Familia - Nel 1883 a soli 31 anni egli accettò questo incarico, però trattandosi di un tempio espiatorio sovvenzionato principalmente per mezzo di donazioni i tempi di edificazione si allungarono.
L’architetto cominciò a mettere mano all’opera quando già era cominciata ed era stata ultimata la cripta sotto l’abside le cui colonne già avevano raggiunto un’altezza considerevole (con il progetto di Villar) . La sua vera e propria opera cominciò con l’abside dove persiste l’impronta gotica data dal suo predecessore. Il modo di lavorare di Gaudí era alquanto singolare poiché egli non elaborava dei disegni tecnici dettagliati, bensì si può parlare di schizzi.
Il progetto prevedeva 18 enormi guglie adibite a campanili.
QQuando l’autore morì nel 1926 era stata ultimata solo l’abside e la facciata est quella dedicata alla natività. Riguardo alle due facciate l’autore contrappone alle linee morbide e sinuose del lato della Natività le linee più brusche e spigolose del lato della Passione conferendo a quest’ultimo una estrema drammaticità.


Parc Güell (1900-1914) - Il progetto originario prevedeva una città giardino ma non fu portato a termine, si procedette solo con la costruzione delle infrastrutture, degli accessi principali e di una grande terrazza al di sopra di una sala ipostila, da cui si domina tutta la città.


Casa Batlló (1904-1906) - Costruita da Gaudí per un ricco industriale tessile che voleva rinnovare completamente la sua residenza situata nel quartiere del’Eixample.
Egli si attenne al progetto della casa preesistente.
Il vecchio edificio presentava una struttura rettangolare, la pianta si ripeteva nella facciata e quest’ultima era scandita da quattro finestre allungate che si ripetevano su ogni piano.
Scompaiono tutti gli spigoli e ovviamente anche le linee rette, scompare il mattone, fino ad allora molto utilizzato dal maestro, a favore della pietra, proveniente dalle vicine cave di Montjuic, e della ceramica.
Nonostante tutto Gaudí non ignorò totalmente gli edifici confinanti infatti i cornicioni si vanno a uniformare in altezza a quelli adiacenti.


Casa Milà (1906-1910) - In questo grandioso edificio l’autore crea forme artistiche che ricordano le caratteristiche della natura. Nonostante ciò a Casa Milà manca il trattamento dei colori, e l’abbondante uso della ceramica.
Era la prima volta che costruiva un edificio situato ad angolo, quindi rinunciò alla monumentalità dell’ingresso, optando per più entrate che immettevano nei cortili interni. L’architetto invece di dare ai patii interni una forma rettangolare arrotondò gli spigoli allargandone la pianta man mano che si saliva e conferendo a essi una forma ad imbuto.
Tramite le coperture Gaudí controlla il microclima interno e, in molti casi, l’illuminazione naturale attraverso l’inserimento di lucernai disposti sopra patii.
Il piano mansarda, il desvan, costituisce il necessario spazio cuscinetto per assicurare il comfort termico del livello superiore dell’edificio.
Gaudí ricorre diffusamente alla tecnica delle soleras di copertura; e alla bóveda tabicada tramite l’impiego della rasilla, una mattonella (circa 15x30x1,5-2,5cm) messa in opera su più strati. Nella Casa Milà  l’architetto dispone a distanze ravvicinate, per meglio sostenere le soleras di copertura, una serie di archi parabolici di mattoni che hanno medesimo profilo ma altezze variate in funzione della luce coperta.


ESPOSIZIONI
Nel 1885 l’opportunità di organizzare una mostra internazionale fu subito sfruttata, soprattutto da parte di iniziative private di un gruppo di industriali specializzati nella nascente industria del ferro.
  L’ area assegnata dall’ Ajuntament (il Comune) per ospitare l’esposizione fu quella precedentemente occupata dalla cittadella militare costruita all’inizio del XVIII sec.
Il compito di redigere un progetto fu assegnato nel 1887 a Elias Rogent.
Egli previde la conservazione di alcuni importanti edifici preesistenti quali: L’Arsenale, la Piazza d’Armi e il Palazzo del Governatore curando particolarmente i viali di accesso prevedendo la costruzione dell’Arc de Triunf  opera di Josep Vilaseca.


L’esposizione del 1929 - Fu incaricato Josep Puig i Cadafalc di redigere un primo progetto per l’area di Montjuic prescelta come sito principale dell’avvenimento. L’ Esposizione Universale fu inaugurata nel 1929 dal re Alfonso XIII. La scelta dell’area ricadde su Montjuic per due motivi essenziali: il primo era la impossibilità economica di adeguare una zona centrale alle esigenze della mostra, il secondo era quello di voler integrare alla città un’area fino ad allora marginale e completamente inurbanizzata.  Monumentalità espressa con le Torri di Plaça de Espanya di R. Reventòs e il Palacio Nacional di Catà, Cendoya, P. Domènech.
Di grande importanza è la Plaça d’Espanya opera di  i Cadafalc e Amargós, perchè con essa fu proposto il concetto di grande piazza che assolve alle funzioni di incrocio. Plaça d’Espanya, inoltre, aveva anche la funzione di porta monumentale all’esposizione, monumentalità peraltro accentuata dalle due torri e dalla Fuente Conmemorativa de la Exposicion (1928) opera di Josep M. Jujol; questa richiama fortemente il barocco romano, di forma triangolare con facce convesse sormontate da colonne verso ognuno degli assi viari principali che convergono nella piazza. Di grande impatto scenografico è l’ opera degli architetti Catà i Catà e Cendoya Oscoz, il Palacio Nacional (1925-29).


PADIGLIONE DI  BARCELLONA – MIES VAN DER ROHE - Il padiglione di Barcellona è stato costruito da Ludwig Mies van der Rohe (1886-1969) per l'Esposizione Universale di Barcellona nel 1929. Esso è articolato tramite schermi in vetro verde colorato, giustapposti a superfici di marmo verde lucidato che riflettevano a loro volta le sommità degli infissi cromati che sostenevano il vetro. Lo spazio interno era articolato da colonne e montanti e terminava in una corte racchiusa contenente una piscina riflettente, in cui si specchia la figura della Danzatrice di Georg Kolbe. L’edificio è strutturato attorno ad 8 pilastri cruciformi.


MACBA- RICHARD MEIER - Il Museo di Arte Contemporanea di Barcellona è dedicato all'esposizione di opere realizzate durante la seconda metà del XX secolo. È situato nel quartiere de El Raval nella città di Barcellona. La progettazione del museo fu affidata all'architetto statunitense Richard Meier. L'edificio progettato da Meier intende unire le opere d'arte contemporanea esposte all'interno con le forme degli edifici storici limitrofi. Si entra in una hall con forma cilindrica dalla quale partono una serie di rampe meccaniche che conducono alle diverse gallerie espositive. E’ interamente bianco con ampie vetrate che consentono al visitatore una vista completa sull’adiacente piazza, ed un illuminazione naturale degli interni stessi dell’edificio.


FORUM – HEZOG E DE MEURON - Il Forum Universal de las Culturas a Barcellona (2000-2004) progettato da Herzoh & de Meuron, è l’edificio rappresentativo della manifestazione del “Forum 2004”, contraddistinta da eventi, conferenze, mostre e spettacoli.
Per questa ragione gli architetti svizzeri hanno voluto puntare su una figura geometrica semplice: un prisma a base triangolare di colore “blu Klein”, capace di attrarre l’attenzione del pubblico.
Situato nel cuore di una vasta area ex industriale prospiciente il mare - alla fine dell’Avenida Diagonal, tra la Villa Olimpica e la foce del Besós- la struttura svolge la funzione di uno spazio multiservizi in un area dove sono stati realizzati nuovi quartieri residenziali torri di uffici, edifici pubblici parchi e una nuova marina.
L’edificio, la cui immagine monolitica è messa in evidenza dall’assenza di finestre e dal rivestimento uniforme, appare come un corpo massiccio sollevato da terra in quanto è appoggiato su tre punti, sistemati nella zona baricentrica e dissimulati da materiali di rivestimento quali il vetro o il metallo lucido-riflettente.  Il blocco monomaterico sospeso è rivestito da un materiale granuloso e dato a spruzzo su una rete d’acciaio che fa da supporto.



TORRE AGBAR- JEAN NOUVEL - Progettato dall'architetto francese Jean Nouvel. La forma della Torre Agbar è stata ispirata dai rilievi del Montserrat che circondano Barcellona e dalla forma di un geyser d'acqua che si innalza verso il cielo. Dispone di 4.500 dispositivi luminosi che utilizzano la tecnologia LED e che permettono la creazione di immagini luminose su tutta la superficie dell'edificio. Dispone inoltre di sensori di temperatura esterna che regolano automaticamente l'apertura e la chiusura delle persiane di vetro dell'edificio.
35 piani e 142 m di altezza. Ospita la sede di una società di servizi idrici (Agbar sta per Aguas de Barcelona). Quattro piani interrati occupano l’intero lotto, accogliendo parcheggi e funzioni di servizio.


MERCATO DI SANTA CATERINA - Opera dello studio associato EMBT di Enric Miralles e Benedetta Tagliabue. L'iniziativa dell'Istituto Municipale dei Mercati di Barcellona, promotore del concorso indetto nell'aprile del 1997 e portato a termine con la realizzazione del progetto vincitore, ultimata nel maggio del 2005, intendeva rivitalizzare l'intera area intorno al vecchio mercato. Immerso nel quartiere de La Ribera, vicino al Barrì Gotic cuore della città antica. La scelta di non demolire completamente il vecchio mercato.
L'unica concessione viene fatta al sistema strutturale risolto attraverso l'utilizzo di tre travi reticolari tridimensionali arcuate, a queste viene appesa la copertura stessa resa così libera di poter assumere qualsiasi forma attraverso una doppia, articolata orditura in ferro e legno necessaria per la posa del manto di copertura in ceramica: il cosiddetto trencadis.


APPENDICE- PALAU DE LA MUSICA CATALANA - Un altro edificio, considerato una delle massime espressioni del Modernismo catalano, è il Palau de la Música Catalana di Domènech i Montaner. L’edificio, collocato in un piccolo lotto irregolare contiguo alla già prevista Via Laietana, si disloca tutto intorno alla sala mediante una struttura portante metallica.
Ottiene un risultato di costante fluidità di spazi per mezzo di elementi policromi ornamentali spinti all’eccesso che culminano nella cupola e nei trattamenti decorativi del palcoscenico.
Angela Laganà