Milano

Dalle origini ai giorni nostri
Realizzato da Tito Pietro Solendo
La città di Milano fu fondata dalla popolazione ligure o celto-ligure degli Insubri, che aveva fatto parte in epoca protostorica della cultura di Golasecca. La fondazione avvenne, secondo il racconto di Tito Livio poco dopo il 600 a.C. ad opera di Belloveso, nipote del re dei Galli Biturigi, che si insediò nel mezzo della pianura sovrapponendosi alle precedenti popolazioni. Dopo essere stata la più importante città dei Galli Insubri, nel 222 a.C. venne conquistata dai Romani che la chiamarono Mediolanum, parola in cui tradizionalmente i linguisti riconoscono un composto significante "in mezzo alla pianura" (o "pianura del mezzo"), medio-lanum (da planum: nelle lingue celtiche la p- cade all'inizio di parola).
L'importanza militare, politica ed economica portò Milano a essere riconosciuta municipium e poi colonia imperiale fino a diventare al momento della suddivisione dell'Impero Romano effettuata da Diocleziano nel 286, con Treviri, capitale della parte occidentale dell'impero romano.
È da ricordare che a Milano, nel 313, venne emanato l’Editto di Costantino, che consenti la libera pratica del culto cristiano.
Subito si iniziarono a costruire numerose basiliche, come per esempio la Basilica di Sant’Ambrogio, la Basilica di San Lorenzo, ecc..
Dal punto di vista urbanistico, va detto che l’impianto urbanistico della città romana da ciò che risulta, sembra aver sostanzialmente rispettato l'organizzazione spaziale dell'oppidum celtico, definito dalle vie di comunicazione protostoriche.
Le mura che cingevano la città, al cui interno vennero realizzati un foro, un anfiteatro un circo e vari palazzi (di cui restano purtroppo poche tracce), risulta che avessero una disposizione tale da formare una sorta di cerchio.
Il modello comunque di evoluzione urbanistica di Milano avvenne per cerchi concentrici.
La città romana,che come detto inglobò il primitivo insediamento gallo-insubrico, venne a sua volta circondata dalle mura medievali realizzate dai longobardi che si susseguirono ai romani nella dominazione di Milano, circa nel VI secolo, che portarono ad una espansione del precedente nucleo urbano.
A sua volta, la città registrò una notevole espansione nel XVI secolo sotto la dominazione spagnola, che portò all’edificazione di un’altra cinta muraria, le mura spagnole, di cui restano varie tracce ancora oggi.
Col passare del tempo, la città si andò sempre più sviluppando, sempre seguendo l’andamento concentrico, andando a occupare vaste zone limitrofe al centro storico, in particolare le aree a nord, nord-ovest e nord-est, divenendo così una vera e propria metropoli.
Milano, al contrario che comunemente si può pensare, è una città ricca di architetture, di architetture di vario genere: civili, religiose.
Proprio a riguardo delle architetture religiose, sono tante le antiche chiese di grande importanza, tra le quali senza dubbio la più celebre è certamente il Duomo, cattedrale gotica divenuta nel mondo simbolo della città, di cui si parlerà più in avanti.
 Il capoluogo lombardo ospita però molti altri edifici religiosi di grande valore storico ed artistico e tra questi in particolare sono da ricordare la Basilica di Sant’Ambrogio e la Basilica di San Lorenzo.
BASILICA DI SANT’AMBROGIO  -  La Basilica di Sant'Ambrogio, considerata il massimo esempio dell'architettura romanica lombarda, è caratterizzata dal quadriportico che precede l’ingresso alla basilica (dove interessante è la decorazione dei capitelli dove sono combinati elementi pre-romanici (come i motivi a intreccio) a soggetti più originali come rappresentazioni di animali o elementi vegetali) -  e caratterizzata poi dalla soluzione a capanna adottata per la facciata, con  portico e loggia soprastante a grandi arcate corrispondente perfettamente alla scansione interna (a tre navate, con la maggiore “cieca” (priva cioè di finestre)e le due laterali sovrastate da matroneo, che si affaccia verso la navata centrale con larghe arcate ).
BASILICA DI SAN LORENZO  -  La Basilica di San Lorenzo, edificio a pianta centrale, è importante proprio poiché è un precoce esempio di adattamento per fini religiosi degli edifici romani a pianta centrale, in origine preceduto anch’esso da un quadriportico (oggi andato perduto), con un vestibolo con trabeazione sorretta da sedici colonne scanalate di ordine corinzio, tutt’ora esistente.
L’edificio è caratterizzato da una spiccata simmetria. Su ogni lato del nucleo centrale quadrato si apre un’ampia abside, cui corrisponde all’interno un ambulacro con matroneo, entrambi aperti da cinque arcate sostenute da colonne e il cui soffitto originario, sostituito in epoca romanica da una crociera, era ligneo oppure a volta a botte.
Agli spazi angolari tra le absidi corrispondono esternamente quattro torri quadrate, che inquadrano il tamburo e fungono da contrafforti per la volta a crociera o a padiglione dello spazio centrale (in seguito ad un crollo avvenuto nel 1500 la precedente copertura venne sostituita da una cupola, costruita naturalmente secondo lo stile del tempo).
Su tre lati della basilica si addossano altrettante cappelle a pianta ottagonale: la cappella di Sant’Ippolito, (sul lato opposto all’ingresso) internamente a pianta cruciforme, e le cappelle di San Sisto (a sinistra rispetto all’ingresso) e la cappella di Sant’Aquilino (a destra rispetto all’ingresso)
Quest’ultima è articolata in nicchie su due piani: al piano inferiore si alternano nicchie rettangolari e semicircolari coperte da calotte; al piano superiore nicchie rettangolari sono intervallate da finestre e collegate mediante una galleria.
La città di Milano però oltre alle due basiliche “ambrosiane”, ospita altri importanti edifici religiosi.
BASILICA DI SANT’EUSTORGIO  -  Tra questi è da ricordare la Basilica di Sant’Eustorgio, importante, soprattutto, poiché ospitante la Cappella Portinari, considerata uno dei capolavori del rinascimento lombardo.
Dietro infatti all’abside della Basilica di Sant’Eustrogio, è collocata la Cappella Portinari,  un piccolo vano quadrato per il cui progetto fu incaricato l’architetto fiorentino Antonio Averlino detto Filarete e che viene realizzata a partire dal 1462 su commissione di Pigello Portinari, rappresentante del Banco Mediceo a Milano.
L’impianto della cappella – un vano quadrato dotato di scarsella e coperto da cupola a sedici spicchi costolonati  deriva chiaramente dalla Sagrestia Vecchia di Firenze (opera di Brunelleschi).
Lo schema tipologico brunelleschiano viene però rielaborato attraverso un linguaggio prettamente lombardo che emerge nello spiccato e diffuso decorativismo fittile e pittorico dell’interno e nella configurazione dell’esterno, caratterizzato da un alto tiburio esadecagono e dalla decorazione in cotto.
OSPEDALE MAGGIORE  -  Un’altra opera architettonica del Filarete realizzata a Milano è l’Ospedale Maggiore, chiamato anche Ca’ Granda, edificio situato a ridosso della Basilica di San Nazaro, ed edificio che ebbe un ampio seguito in tutta l’Italia settentrionale.
Il progetto iniziale, come detto, ideato dal Filarete, prevedeva un organismo perfettamente simmetrico organizzato in due corpi distinti a pianta quadrata, scompartiti dalle grandi crociere dell’infermerie, che determinano la creazione così di 8 chiostri quadrati, e separati da un grande cortile rettangolare, in cui erano previsti il cimitero e una chiesa a pianta centrale.
Filarete però abbandonò la fabbrica, prima di vederla realizzata.
Pur riprendendo il progetto iniziale, i lavori furono modificati dando come risultato l’attuale sovrapposizione tra stile gotico e stile rinascimentale.
Da questa immagine proprio si può vedere come questo loggiato sia di chiara ispirazione brunelleschiana, o comunque rinascimentale, ma il piano superiore è scandito da una sequenza di bifore d’ispirazione invece gotica.
Tuttavia la valenza funzionale dell’edificio a corsie progettato dal Filarete avrà grande fortuna e sarà un modello imitato in tutta Europa.
CHIESA DI SANTA MARIA PRESSO SAN SATIRO  -  Risalente sempre al periodo rinascimentale è la Chiesa di Santa Maria presso San Satiro, celebre per il finto coro progettato da Bramante.
Egli, incaricato nel 1478 di costruire una chiesa adiacente al sacello del IX secolo di San Satiro, pur avendo a disposizione un’area di piccole dimensioni, edificò un edificio di respiro veramente monumentale:
 un corpo longitudinale a tre navate, dove compare il "sistema" dell'arco romano inquadrato dall'Ordine, pilastri cruciformi con lesene di Ordine corinzio, privi di base, volta a botte con cassettoni dipinti (forse di derivazione dal Sant'Andrea albertiano di Mantova) e cupola emisferica cassettonata.
L’insufficiente ampiezza del coro che non è possibile estendere per la presenza di una strada molto frequentata, portò il Bramante, avvalendosi della sua grande esperienza di pittore,
a dare origine ad una finta fuga prospettica in stucco in uno spazio profondo appena 97 cm, con tanto di volta cassettonata illusoria, che imita perfettamente il proseguimento delle strutture interne e che permette di ottenere così la dilatazione di uno spazio fisico in uno spazio che è solo rappresentato.
CHIESA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE  -  Sempre Bramante è protagonista in un altro edificio religioso di Milano: la celebre Chiesa di Santa Maria delle Grazie, inclusa, con il Cenacolo Leonardesco, nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.
La chiesa,la cui facciata larga e bassa, a capanna, denota il tradizionale stile lombardo, spartita da lesene, con quattro monofore di stile gotico nella parte inferiore, e oculi in quella superiore, e con l’interno a tre navate e in stile gotico, ospita un manufatto architettonico opera di Bramante:
la tribuna, un grande vano quadrato, coperto a cupola, con due ampie absidi laterali e una terza, oltre il coro, in asse con le navate.
La scansione degli spazi si riflette anche all’esterno, in un incastro di volumi che culmina nel tiburio che maschera la cupola, con una loggetta che si riallaccia ai motivi dell’architettura paleocristiana e del romanico lombardo.
CASTELLO SFORZESCO  -  Uno dei principali simboli della città di Milano è poi il Castello Sforzesco,fatto costruire nel XV secolo da Francesco Sforza, Duca di Milano, sui resti di una precedente fortificazione risalente al XIV secolo e oggi sede di importanti istituzioni culturali e meta turistica.
Si tratta di un castello a pianta quadrata, con i lati lunghi 200 m, e quattro torri agli angoli, di cui le due rivolte verso la città particolarmente imponenti, con muri perimetrali spessi 7 m.
Quando nel 1494 salì al potere Ludovico il Moro, il castello divenne una fastosa opera, alla realizzazione della quale furono chiamati a lavorare artisti come Leonardo da Vinci (che affrescò diverse sale dell'appartamento ducale) e il Bramante.
PORTA SEMPIONE  -  A poca distanza dal Castello Sforzesco si trova Porta Sempione .
Essa realizzata come ingresso urbano della nuova strada del Sempione, da cui appunto prende il nome, con quest’ultima realizzata all'inizio del XIX secolo su iniziativa dell'Impero Napoleonico, è costituita da due caselli daziari, posti ai lati, e dal centrale Arco della Pace, opera dell'arch. neoclassico Luigi Cagnola, che s’ispirò certamente all’arco del Carrousel di Parigi.
Ciò che ci si ha di fronte, pur terminato trent’anni dopo l’inizio dei lavori e comunque in parte modificato rispetto al disegno originale di Cagnola, è un arco trionfale romano, tardo imperiale, a tre fornici, sormontato da sestiga ellenistica.
PARCO SEMPIONE  -  Tra il Castello Sforzesco e Porta Sempione sorge il Parco Sempione,  una delle più belle zone verdi della città, realizzato alla fine del XIX secolo dall’architetto Emilio Alemagna, il cui progetto ebbe come preciso intento quello innanzitutto di creare un cannocchiale prospettico tra il Castello Sforzesco e l’Arco della Pace e poi quello di creare spazi che movimentassero altimetricamente la zona, questo attraverso la creazione di un avvallamento ed una montagnola nella parte centrale.
Il verde è articolato secondo il modello romantico dei parchi all’inglese, con alberi e arbusti disposti in maniera pittoresca, aiuole e percorsi irregolari, specchi d’acqua  e canali naturalistici e vi è anche la presenza di un particolarissimo ponticello.
Nel parco, che ha funzione centrale nel tempo libero dei milanesi trovano sede il Palazzo dell'Arte di Giovanni Muzio, oggi sede della Triennale di Milano, un edificio dallo stile classico che sottolinea il carattere monumentale e "di regime" dell'edificio: ad esempio l’adozione dell’ordine gigante, l’arcata in serie, e così via;oltre al Palazzo dell'Arte, all’interno del Parco sono presenti anche l'Arena Civica, il padiglione dell'Acquario civico di Milano  e la Torre Littoria oggi Torre Branca realizzata da Giò Ponti nel 1932.
Riprendendo spunto da Porta Sempione vista in precedenza, è interessante vedere tramite due esempi, quelle che sono le due principali tipologie di Porte Urbiche presenti sul territorio milanese.
Realizzate per esaltare, o meglio per celebrare il potere politico-militare instauratosi nella città nel corso dell’Ottocento (prima quello Napoleonico e poi quello austriaco) sono state utilizzate, sempre sotto lo stile neoclassico, di due tipologie differenti.
PORTA TICINESE  -  Il potere napoleonico, instauratosi prima di quello austriaco, fece proprio il modello dell’arco di trionfo Romano, ed è un esempio, come già visto, l’Arco della Pace, ma lo è anche la Porta Ticinese, opera sempre di Cagnola, costruita nel 1801 e richiamante lo stile ionico.
PORTA VENEZIA  -  Il potere austriaco invece per differenziarsi, non utilizzò la tipologia dell’arco di trionfo romano, ma, così come testimonia Porta Venezia, nota anche come Porta Orientale (opera di RodolfoVantini del 1828), utilizzò un nuovo modello di porta, dove abbandonato definitivamente la tipologia dell’arco trionfale, vengono realizzati due edifici contrapposti, due grandi caselli monumentalizzati e privati dell’arco centrale.
Dal 1828 tutte le porte di Milano avranno solo i due caselli.
GIARDINI PUBBLICI INDRO MONTANELLI  -  Vicino a Porta Venezia è possibile visitare i Giardini Pubblici Indro Montanelli, un importante parco di Milano dedicato dal 2002 appunto al giornalista Montanelli.
Lo stile è quello del giardino alla francese, con aiuole geometriche, ampie prospettive di viali alberati, laghetti, corsi d’acqua, canaletti, e così via.
All’interno del parco vi si trovano numerosi monumenti a personalità, milanesi e non, del XIX secolo, ed inoltre il Civico Planetario Ulrico Hoepli e il Museo Civico di Storia Naturale.
DUOMO DI MILANO  -  La Cattedrale di Santa Maria Nascente, meglio nota come il Duomo è senza dubbio il monumento simbolo della città di Milano, frutto di una complessa vicenda edilizia, con la sedimentazione di secoli di architettura e scultura italiana, che dalla fine del Trecento si protrasse sino ai primi del Novecento (così come testimonia proprio la facciata del Duomo, soluzione di compromesso dei primi del Novecento, e dove vi è una commistione di stili: elementi tipicamente gotici o neogotici (cioè del XIX secolo), come i contrafforti – doppi all’estremità e attorno al portale centrale – sormontati da guglie, i tre finestroni con trifore, cuspidi e rosoni, ma anche elementi più classicheggianti come per esempio i cinque portali e le finestre sovrastanti).
Il progetto del Duomo infatti, venne impostato in linea con le più aggiornate tendenze europee del 1300, determinando così un organismo che, se per certi versi conserva qualche caratteristica locale, cerca di far propri i modelli architettonici europei,in particolare le forme architettoniche tardo gotiche di ispirazione francese e tedesca, dando luogo così ad una soluzione di compromesso tra la verticalità gotica e l’orizzontalità di tradizione lombarda. 
L’interno della cattedrale, infatti, presenta un notevole slancio verticale, caratteristica più transalpina che italiana, ma questo viene in parte attenuato dalla dilatazione in orizzontale dello spazio e dalla scarsa differenza di altezza tra le navate, tipico del gotico lombardo.
Molto interessante è la soluzione adottata per i pilastri principali, del tutto innovativa in Italia: una sezione a profilo ottagono con modanature a goccia negli angoli,  ed una terminazione alta costituita da un gruppo di edicole contenenti statue di santi e cuspidi che fungono da capitello o da elemento di passaggio verso la volta.  
Anche per l’esterno viene a mancare lo slancio libero verso l’alto tipico delle cattedrali transalpine, dove le pareti, animate da una fitta massa di semipilastri polistili e archi polilobati sormontati da cuspidi, sono innanzitutto un elemento di forte demarcazione, sottolineata anche dall'alto zoccolo di tradizione lombarda.
PALAZZO REALE  -  Alla destra del Duomo è situato Palazzo Reale, sede, per molti secoli, del governo della città e oggi, invece, importante centro culturale, sede di mostre ed esposizioni.
Esso nel corso dei secoli è stato oggetto di vari interventi di ristrutturazione e di ridisegno degli interni e dell’esterno, il più importante dei quali venne apportato nella seconda metà del diciottesimo secolo (tra il 1773-1778)da Giuseppe Piermarini, il precursore del Neoclassicismo a Milano, allievo di Luigi Vanvitelli, colui che realizzò la Reggia di Caserta.
Il primo atto fu quello di eliminare, essendo il Palazzo originariamente progettato con un sistema di due cortili, il lato del cortile d’onore verso il Duomo, creando con gli altri tre la cosiddetta Piazzetta Reale, all’epoca più grande di Piazza del Duomo.
Impostò così una nuova facciata, le cui mura medievali vennero regolarizzate nelle aperture, intonacate e scandite da lesene in pietra che si ergono al di sopra del piano terra in bugnato.
Il centro del corpo d’onore, leggermente aggettante, presenta un falso pronao a quattro semicolonne chiuso da attico.
PALAZZO DELL’ARENGARIO  -  Di fianco al Palazzo Reale è situato il Palazzo dell’Arengario, un edificio dal passato travagliato (fu costruito negli anni Trenta ma dopo la guerra venne per un periodo  abbandonato per essere poi ristrutturato negli anni Cinquanta), edificio che fino a qualche tempo fa non aveva una precisa funzione all’interno del meccanismo di Piazza Duomo.
Per questo motivo nel 2007 viene deciso di trasformare il palazzo dell’Arengario, su progetto di Italo Rota, nella sede del Museo del Novecento.
L’architetto inserisce all’interno dell’edificio un sistema di risalita verticale con una rampa a spirale (una sorta di promenade) che dal livello della metropolitana raggiunge tutti e tre i livelli degli edifici, nei quali sono organizzate le varie gallerie espositive, e dove è possibile poter osservare capolavori come “Il Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo, ma anche e soprattutto capolavori dell’arte futurista, legati in particolar modo alla figura di Marinetti e Boccioni.
PALAZZO MARINO  -  In piazza della Scala è situato Palazzo Marino, la sede civica dell'amministrazione comunale milanese dal 1861, voluto dal banchiere e commerciante genovese Tommaso Marino che lo commissionò nel 1557 all’architetto umbro Galeazzo Alessi, già noto per le realizzazioni eseguite in Umbria e a Genova.
Il Palazzo si estende da Piazza della Scala alla retrostante Piazza San Fedele, verso cui in origine poneva il suo prospetto principale. L’edificio, che al tempo della sua nascita primeggiava con quelli delle migliori corti d’Europa è organizzato attorno a due ambienti principali, il grande salone, elevato su due piani e posto al piano terra e il cortile d’onore.
Alessi risente delle esperienze manieristiche romane, che traduce accentuando i partiti decorativi che si accompagnano a quelli architettonici e spesso li sovrastano (ad esempio l’inserimento di erme, mascheroni e sfingi) in una ricerca di originalità che va oltre le esigenze rappresentative del tema, puntando ad un effetto globale fantasioso e stupefacente.
CHIESA DI SAN FEDELE  -  Dietro dunque Palazzo Marino sorge la Chiesa di San Fedele, opera architettonica di Pellegrino Tibaldi, commissionatagli nel 1565 dal cardinale Carlo Borromeo, portatore anche nell’architettura di un clima moralizzazione e di rigore, legato alle convinzioni della Controriforma.
Queste idee, di pari passo con il modello di Chiesa stabilito dall’impianto della Chiesa del Gesù del Vignola, trovano un interprete sensibile in Tibaldi, il quale elabora in San Fedele una chiesa pensata come aula di predicazione, caratterizzata da un interno sobriamente classico e raffinato, caratterizzato da un’unica navata scandita sui lati da colonne in marmo e leggibile come successione gerarchica di momenti devozionali, dal vano destinato ai fedeli allo stacco del presbiterio, riservato al clero.
Per quanto riguarda l’esterno Tibaldi, in un discorso di organicità, ricerca un rapporto tra la facciata e la scena urbana, attraverso l’accentuazione del valore plastico delle membrature.
TEATRO ALLA SCALA  -  Il Teatro alla Scala, citato spesso semplicemente come La Scala, è assieme al Duomo uno degli edifici che più rappresentano Milano nel mondo.
Esso venne progettato, per volere dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria, nel 1776 da Giuseppe Piermarini, il quale rifacendosi al Teatro della Reggia di Caserta, del Vanvitelli, maestro di Piermarini, quindi in stile neoclassico, creò un modello di riferimento per il "teatro all'italiana" a cui si ispirarono molti altri teatri: forma a ferro di cavallo con quattro ordini di palchi sfalsati – per una migliore visione del palcoscenico – e due gallerie, la facciata articolata da colonne e pilastri, che pur non presentando elementi di novità se non l’alto attico contenente il terzo piano ritmato da coppie di basse paraste doriche, ha l’obbiettivo di dare, con lo sporto o galleria per le carrozze, imponenza al tema e un elemento moderno di aderenza linguistica alla funzionalità.
Comunque l’attuale configurazione edilizia del teatro è il risultato di continue trasformazioni avvenute a partire dai primi anni dopo l’inaugurazione fino ai decenni scorsi, trasformazioni, che comunque sono state fatte nel rispetto delle facciate sul fronte stradale.
Tra il 2002 e il 2004 la Scala è stato oggetto di una radicale ristrutturazione ad opera dell’architetto Mario Botta, che ha portato ad aggiungere una torre scenica di dimensioni anche maggiori, e a lato una struttura a pianta ovale dove trovano posto numerosi servizi richiesti.
PALAZZO BELGIOJOSO  -  Su piazza della Scala si affaccia anche come già detto Palazzo Belgiojoso,opera sempre di Piermarini, che progetta seguendo quelle che sono le linee guida dettate sempre da lui, in Palazzo Reale.
Una facciata caratterizzata da un ordine inferiore a bugnato sul quale si impostano i due ordini superiori e l’ingresso, anche qui, messo in risalto con un finto pronao con quattro semicolonne chiuso, a differenza di ciò che accade in Palazzo Reale, da un timpano triangolare.
GALLERIA VITTORIO EMANUELE II  -  Piazza della Scala e Piazza Duomo sono collegate tra loro da un passaggio pedonale coperto: la Galleria Vittorio Emanuele II.
Essa è soprannominata "il salotto dei milanesi" per l’ambiente sfarzoso, elegante e ricco di prestigiosi negozi, ristoranti, bar alla moda e librerie.
La Galleria fu progettata dall'architetto Giuseppe Mengoni e realizzata a partire dal 1865 in uno stile eclettico, con grottesche, cariatidi, lunette e lesene, tipico della seconda metà dell'Ottocento milanese.
Essa è formata da un impianto a crociera al cui interno risalta la cupola centrale in ferro e vetro.
E' lunga 196 metri e collega appunto tra loro piazza del Duomo e Piazza della Scala, con due vie perpendicolari.
Al di sotto della cupola sono raffigurati a mosaico i continenti Asia, Africa, Europa e America. Tutta la galleria è coperta da un'intelaiatura di ferro e lastre di vetro.
Nei due ingressi principali poi, quelli cioè su Piazza Duomo e Piazza della Scala, sono stati realizzati due grandi archi trionfali.
STAZIONE DI MILANO CENTRALE  -  La Stazione di Milano Centrale oltre ad essere naturalmente la principale stazione lombarda, è la seconda d’Italia per flusso di passeggeri dopo Roma Termini.
Essa, inaugurata nel 1931 per sostituire la vecchia stazione centrale che sorgeva in un’altra zona di Milano, è opera dell'architetto Ulisse Stacchini, per il cui progetto si ispirò chiaramente alla Union Station di Washington. 
La stazione comunque non ha uno stile architettonico definito, ma è una miscela di diversi stili, in particolare Liberty e Art Deco, ma non solo.
I grandi ambienti pubblici della stazione infatti (galleria di testa, Biglietteria centrale e la cosiddetta Galleria delle Carrozze – situata dietro la facciata, parallelamente ad essa) richiamano le architetture monumentali romane, questo perché fu forte l’influenza del regime fascista sull’impostazione del progetto.
Ma a dispetto dell'apparente monumentalità essi sono realizzati con economia di mezzi: le parti superiori delle pareti sono in cemento decorativo che imita il marmo di rivestimento delle parti inferiori, le grandi volte non sono strutturali ma appese e gli elementi decorativi sono in gesso o cemento.
GRATTACIELO PIRELLI  -  Di fronte alla stazione centrale si erge: il Grattacielo Pirelli, chiamato comunemente dai milanesi il Pirellone, costruito tra il 1951 e il 1961 su progetto di Gio Ponti, con la collaborazione, tra gli altri, di Pier Luigi Nervi.
Peculiare è stata la scelta progettuale dei materiali: l'intera struttura portante è in calcestruzzo armato, materiale raramente preferito all'acciaio per edifici di considerevole altezza. Gli elementi verticali dell'ossatura sono quattro piloni, visibili anche dall'esterno poiché percorrono a coppie l'altezza delle facciate. Sono pilastri rastremati: alla base sono larghi 2 metri, che diventano 50 cm in sommità.
Travi orizzontali, colleganti i pilastri, fungono da basi per i solai dei piani.
L’ingresso è rialzato rispetto al piano della piazza tramite una struttura detta "collina", che contiene al suo interno uno spazio adibito ad auditorium.
È infine da ricordare la disavventura che ebbe questo edificio nel 2002, quando un aereo da turismo si schiantò contro l’edificio, danneggiando gravemente la struttura esterna e sventrando due piani.
L'edificio, dopo un completo restauro conservativo delle facciate in vetro e degli spazi interni, è stato riaperto nel maggio 2005 tornando ad ospitare, sino al 2010, la Giunta regionale e le sedute del Consiglio regionale, trasferiti nella nuova sede della Regione nel Palazzo Lombardia sito in zona Garibaldi-Repubblica.
TORRE VELASCA  -  Nel panorama urbano di Milano, assieme al Grattacielo Pirelli svetta un altro grattacielo famosissimo: Torre Velasca, progettata dal gruppo di architetti B.B.P.R., acronimo delle iniziali dei cognomi dei quattro componenti del gruppo (Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti e Ernesto Nathan Rogers), e costruita tra il 1956 e il 1958.
Essa ha uno stile che appartiene al variegato esprimersi del Razionalismo italiano, la si può collegare alla rivoluzione formale battezzata Neoliberty, ma anche con accenni di Brutalismo, comunque essa si pone in stretto rapporto col contesto milanese in cui sorge, venendo interpretata come una torre medievale, che svetta assieme al Duomo, ai campanili della città ma soprattutto col Castello Sforzesco.
I primi diciotto piani sono occupati da negozi e uffici, mentre i successivi piani fino al ventiseiesimo, occupati da appartamenti, sviluppati su un'area più larga rispetto ai precedenti, conferiscono la caratteristica e originale forma "a fungo" alla torre.
 Le travi oblique, per dar sostegno all'espansione esterna dei piani superiori, conferiscono un aspetto tipico al grattacielo.
PALAZZO DI GIUSTIZIA  -  A non poca distanza da Piazza Duomo, a circa 400 m, si trova il Palazzo di Giustizia, realizzato su progetto di Marcello Piacentini (che ricordo essere l’architetto principale del regime fascista), tra il 1929-1947.
Il Palazzo occupa un’ampia area di forma quadrilatera – 30.000 mq - sviluppandosi su una pianta trapezoidale aperta da otto cortili di differente ampiezza  (nel cortile d’onore è collocata la statua raffigurante la “Giustizia”).
Il monumentale edificio presenta facciate marmoree con un serrato ritmo di finestre e portali.
In particolare, la facciata principale – molto famosa ultimamente – preceduta da una monumentale gradinata, è aperta da un triplice portale che dà accesso al grande vestibolo di smistamento, alto venticinque metri. 
Possiamo vedere come questo edificio sia perfettamente in linea con quelli che furono gli stilemi dell’architettura razionalista italiana, in particolare sotto il regime fascista: vi è un’assoluta assenza di elementi decorativi lungo le facciate del Palazzo, la cui severa architettura mira a conferire all’edificio la monumentalità in grado di soddisfare le esigenze celebrative del regime.
UNIVERSITà BOCCONI  -  Sempre vicino al centro storico della città, è situata l’Università Bocconi, fondata nel 1902 ma oggetto nel 2008 di un progetto di ampliamento su progetto dello studio Grafton Architects.
Ciò che si ha di fronte è un’architettura il cui linguaggio formale ricorda quello del moderno italiano, pur riprendendo materiali propri della tradizione lombarda e adattati allo stile contemporaneo, come il rivestimento esterno dell’edificio, realizzato in ceppo, una pietra caratteristica dell'architettura milanese: un conglomerato più resistente del cemento ma della stessa tonalità.
La struttura principale, scultorea, chiusa e sporgente verso l’esterno si apre, in una piazza di nuova realizzazione, con un foyer vetrato su due lati, posto al di sotto di una mensola costituita dell’aula magna.
L’edificio è organizzato in modo tale da creare un cosiddetto “mondo sottostante” con aule, foyer e auditorium ed un “mondo superiore” sospeso costituito dalle stecche uffici.
L'effetto è un susseguirsi di ambienti aperti, scale ed elementi in cemento armato che sembrano sospesi nell’aria.
L'impatto visivo è ulteriormente alleggerito dall'ampia e generosa presenza di vetrate e aperture, che convogliano la luce naturale fin nel sottosuolo.
DEUTSCHE BANK  -  Altra opera recente di Milano è la Deutsche Bank, opera dello Studio Valle, un edificio dalla forma segmentata, quasi un blocco in pietro, scandito da direi quasi infinita serie regolare e costante di finestre, e dove l’elemento forse più interessante è rappresentata dalla soluzione delle finestre d’angolo.
NUOVA SEDE DEL SOLE 24 ORE  -  A Milano è presente anche un’opera architettonica di Renzo Piano, ovvero la sede del Sole 24 Ore.
Si tratta in realtà di un progetto di ristrutturazione.
La nuova sede nasce all’interno di una fabbrica degli anni sessanta, seguendo l’obbiettivo di inserire spazi di lavoro individuali e di gruppo, oltre ad alcuni spazi pubblici come una biblioteca, luoghi d’incontro, un auditorium.
L’idea progettuale si fonda sulla sottrazione, ovvero innanzitutto viene rimossa una delle ali laterali dell’edificio, aprendo il complesso a sud e aumentandone l’irraggiamento solare.
Poi viene svuotata la parte centrale, che diventa un parco, che si affaccia sull’ambiente urbano diventandone parte. Il parco comprende una collina a onda, con al proprio interno un ristorante, studi audiovisivi, un auditorium, un parcheggi, magazzini e locali impiantistici.
Per evitare che l’edificio sia ermetico, si gioca con la trasparenza e l’opacità: alle pareti intonacate e verniciate di giallo dei piani inferiori, si contrappongono ampie superfici vetrate, che conferiscono all’insieme leggerezza e trasparenza.
La lunghezza complessiva dell’edificio di 160 metri è interrotta da elementi verticali di servizio e di distribuzione: queste torri , opache e rivestite di piastrelle di terracotta, danno ritmo alla composizione.
Infine un esile tetto metallico corona il progetto.
STADIO GIUSEPPE MEAZZA IN SAN SIRO  -  A Milano è presente poi uno degli impianti sportivi più famosi d’Italia, ovvero lo stadio San Siro, struttura nata nel 1926 ma oggetto di varie modifiche che lo hanno portato all’attuale conformazione, databile al 1990, anno in cui ci furono i mondiali di calcio in Italia.
Dal punto di vista architettonico,sono ben evidenti queste grosse travi, ma ciò che caratterizza questa struttura è questo motivo curvilineo che va a coinvolgere le tribune e gli elementi di risalita, ovvero questi elementi cilindrici contenenti ascensori e scale.
NUOVO POLO FIERA MILANO  -  Il Nuovo Polo Fiera di Milano, opera di Massimiliano Fuksas, sorge alle porte della città nell’area Rho Pero.
Esso è stato programmato per consentire lo svolgimento contemporaneo di più manifestazioni, e ospita alberghi, punti di ristoro e una galleria commerciale.
Il complesso ha come concetto l’idea di rendere il collegamento tra i vari padiglioni, l’asse centrale e gli accessi, un percorso ricco di architettura e un’esperienza attraverso il succedersi di verde e acqua.
Simbolo e icona dell’intero complesso è la trasgressiva sinuosità della vela, lunga un chilometro e mezzo con struttura reticolare a maglia triangolare di acciaio e vetro,sostenuta con piloni di acciaio ad albero e che all’estremità arriva a terra generando un vortice, contrasta invece con il rigore ortogonale degli otto padiglioni disposti a pettine attorno a un percorso centrale di collegamento: una passeggiata lunga 1300 metri e larga 32, sospesa a 6 metri di altezza, che attraversa tutto il sito da est, punto di arrivo della metropolitana, fino a ovest, al parcheggio.
Lungo il percorso è un susseguirsi di volumi morbidi sospesi su specchi d’acqua, eleganti bar trasparenti in mezzo ai prati, showroom e uffici.
TORRI PENDENTI  -  Ecco delle architetture direi al quanto particolari.
Si tratta delle Totti pendenti disegnate da Dominique Perrault, e realizzate nel 2009, con la funzione di ospitare due hotel a 3 e 4 stelle del gruppo spagnolo Nh.
Come si può vedere le due torri, alte più di 60 metri,  sono state pensate inclinate, precisamente di 5 gradi,il che le rende molto particolari e originali.
Inoltre, altra particolarità, è che l’intera superficie delle torri-albergo è rivestita da 20 mila piastrelle in gres porcellanato e vetroceramica nera levigata a specchio, un connubio utilizzato per la prima volta a livello europeo, dotate però di una intercapedine di 10 centimetri rispetto alle pareti esterne, permettendo così l’ingresso dell’aria che ne migliora la funzionalità a livello di risparmio energetico, che comunque gia con l’utilizzo di questi due materiali, pur dalle tonalità scure, è già abbastanza garantita.
Le torri sono infine scandita da un numero di finestre quadrate pari a mille disposte in modo irregolare.
·         L’EDILIZIA RESIDENZIALE MILANESE

Vediamo ora una serie di interventi che hanno riguardato l’edilizia residenziale con la progettaione e la realizzazione di interi quartieri o singoli edifici prima e dopo la 2° guerra mondiale.
QUARTIERE IFCP FABIO FILZI  -  Il quartiere realizzato dall’IFCP (Istituto Fascista Case Popolari) e progettato da tre giovani architetti milanesi (Franco Albini, Renato Camus, Giancarlo Palanti, che aderirono alle idee del Movimento Moderno) è composto da 10 edifici, che occupano un isolato rettangolare.
Nel quartiere sono per la prima volta applicati alcuni principi che caratterizzano il Movimento Moderno
come gli edifici disposti parallelamente nord-sud (orientamento che garantisce l’ottimale esposizione degli alloggi), con corpi di fabbrica alti 4-5 piani, le distanze fra gli edifici commisurate alle loro altezze, al fine di consentire le massime insolazioni e areazioni degli alloggi, le regole distributive interne e i caratteri linguistici della nuova architettura.
QUARTIERE DI VIA HARAR  -  Un esempio di espansione edilizia adoperata nella città di Milano subito dopo la 2° Guerra Mondiale è il cosiddetto “Quartiere di Via Harar”, un grande complesso per abitazioni progettato tra il 1951-1955 da Luigi Figini, Gino Pollini, Giò Ponti, Reggio, Travarotto e Bottoni, su commissione dell'INA CASA.
Tale quartiere comprende lunghi edifici a stecca con portici passanti e case uni o bifamiliari collegati da spazi a verde e strutture di servizio.

Vediamo dunque i vari interventi.

Il primo è quello Luigi Follini e Gino Pollini, (si può vedere tramite questa cartina la collocazione di questo e del’altri interventi), un edificio caratterizzato da una scansione della facciata regolare,reticolare, con l’inquadramento di ciascun appartamento all’interno di forme quadrate o rettangolari date da questi elementi verticali e orizzontali che corrispondono rispettivamente ai pilastri e ai solai, differenziati cromaticamente rispetto alle pareti esterne.
Poi l’intervento di Giò Ponti, che si differenzia rispetto al precedente.
L’intervento di Reggio e Travarotto, più simile al primo, con anche qui questa scansione reticolare della facciata.
Infine l’intervento di Bottoni, che si differenzia da entrambe le tipologie di facciate precedenti, adottando uno stile di facciata che a mio avviso non ha un’elevata valenza estetica.
QUARTIERE GALLARATESE  -  Uno dei quartieri più grandi costruiti ex-novo in Italia si trova proprio a Milano, e precisamente è il quartiere Gallaratese, costruito, sopra un'area agricola tra gli anni sessanta e ottanta, attraverso una serie di interventi edilizi per la costruzione di ampi isolati di condomini popolari.
Il progetto urbanistico curato da Piero Bottoni prevede un insediamento di 18/20.000 abitanti su un'area verde lungo il fiume Olona, con un centro di quartiere, attrezzature pubbliche, verde pubblico, campi gioco, ecc.Il progetto originale viene però disatteso soprattutto per quanto riguarda i servizi collettivi e la distribuzione del verde. Il risultato definitivo è la costruzione di insediamenti che assolvono soltanto alla funzione residenziale.
Il quartiere è contraddistinto dalla presenza delle Case Torri, ancora oggi caratterizzante lo skyline del quartiere.
Ma esso è soprattutto conosciuto per il complesso abitativo Monte Amiata di Carlo Aymonino, un complesso abitativo dall’architettura avveniristica: composta da cinque corpi di fabbrica, articolata e compatta allo stesso tempo, con altezze e profondità diverse.
Aymonino progetta elementi come logge e ballatoi che facilitano l’accesso dai parcheggi a terra agli atri d’ingresso, corridoi interni, percorsi pedonali, sia orizzontali che verticali, coperti e non,e tre piazze che fungono soprattutto da luogo di incontro o di gioco, diverse tra loro, una delle quali diventa teatro all’aperto.

·         MILANO CHE VERRÀ
La città di Milano, già dai primi anni del duemila sta vivendo un profondo rinnovamento dal punto di vista architettonico e urbano, con la realizzazione di numerosi progetti che puntano da un lato a riqualificare intere zone e grandi quartieri, e dall'altro a proiettare la sua immagine in Europa e nel mondo (il progetto CityLife, un nuovo centro congressi adiacente proprio al quartiere CityLife, la nuova sede della regione Lombardia, e altro, senza dimenticare poi l’Expo del 2015) tutto questo grazie anche ad importanti concorsi internazionali cui hanno partecipato architetti quali Renzo Piano, Cesar Pelli, Massimiliano Fuksas, Arata Isozaki, Daniel Libeskind, Zaha Hadid.
Tutti questi progetti modificheranno e ridisegneranno nel corso di alcuni anni la planimetria e il profilo all'orizzonte della metropoli milanese, che non sarà più esclusivamente marcato dalle guglie del duomo, della Torre Velasca e dal Pirellone, ma anche da nuovi e più alti grattacieli.

·         CITYLIFE
L’intervento urbanistico - architettonico ma anche ambientale che più di ogni altro cambierà il volto di Milano negl’anni a venire sarà il progetto CityLife, un progetto di livello internazionale, che si eleva a diventare simbolo della civiltà globalizzata, con una molteplicità di funzioni al suo interno e che porta tre firme d’autore come quelle di Hadid, Libeskind e Isozaki.
Il progetto si inserisce nella riqualificazione dell'area ex-Fiera, che è stata lasciata in seguito allo spostamento delle attività fieristiche nel nuovo polo di Rho-Pero.
Il progetto City Life (la cui realizzazione verrà a costare 523 milioni di euro) prevede la realizzazione di:
tre torri dedicate a funzioni business, firmate Isozaki, Hadid,e Libeskind,
·         un vasto parco pubblico che per dimensione diventerà il terzo parco di Milano dopo Parco Sempione e i Giardini Pubblici Indro Montanelli siti vicino Porta Venezia;
·         alcune aree di edilizia residenziale (di cui una progettata da Zaha Hadid e due da Daniel Liebeskind);
·         un Museo di Arte Contemporanea, firmato da Daniel Libeskind;
·         il riutilizzo di un edificio del vecchio complesso fieristico, l’ex Palazzo dello Sport, che diventerà il “Palazzo delle Scintille” , un nuovo centro culturale dedicato a bambini e giovani;
·         vaste superfici destinate a commercio e servizi;
·         e infine circa 7.000 parcheggi, tutti sotterranei, in grado di servire abitanti, lavoratori e utenti di CityLife e di assorbire buona parte anche delle esigenze esterne;
Destinate a diventare le nuove icone di Milano sono sicuramente le tre torri.
Torre Isozaki
La torre firmata Arata Isozaki, soprannominata “Il Dritto”, al momento del suo completamento dovrebbe risultare il più imponente d’Italia, con i suoi 50 piani distribuiti lungo 200 metri.
Vediamo qui una serie di immagini renderizzate che mostrano come sarà l’interno del grattacielo.
Torre Hadid
La Torre firmata Zaha Hadid, soprannominata “Lo Storto”, si fonda su concetti di movimento e dinamismo, risultanti da una torsione dell'edificio stesso.
Torre Libeskind
Infine la terza torre firmata Daniel Libeskind, soprannominata “Il Curvo”, è concepita come parte di una sfera ideale che avvolge la Piazza antistante le Tre Torri.
Parco Pubblico
Le tre torri saranno dunque immerse all’interno di una vasta area verde,un ampio parco pubblico, nel quale sono inoltre previsti percorsi ciclabili e pedonali, e nel
Residenze
quale si affacciano i vari interventi residenziali, tra i quali spiccano le residenze firmate Hadid e le residenze firmate Libeskind.
Museo di Arte Contemporanea
Il progetto CityLife prevede poi un Museo di Arte Contemporanea, progettato da Libeskind, il cui concept si sviluppa nella torsione di un volume a base quadrata che si trasforma, nella parte sommitale, in un corpo dal perimetro circolare.
Palazzo delle Scintille
Infine, oltre alle tre torri e al museo , è previsto anche il cosiddetto Palazzo delle Scintille, ovvero una struttura ricavata dal recupero di un Padiglione della Fiera di Milano (l’ex Palazzetto dello Sport), di cui vengono mantenute le parti architettoniche più significative, e che è destinato a divenire un importante centro culturale dedicato ai bambini, ai giovani e al tema dell’alimentazione.
Nuovo Centro Congressi
In adiacenza all’area CityLife sorgerà poi il nuovo centro Congressi di Fiera Milano, progettato dall’architetto Mario Bellini.

·         EXPO 2015
La città di Mialno, infine, ospiterà nel 2015 l’Esposizione Universale, il cui tema principale, lo slogan, che si andrà a sviluppare sarà: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita, che vuole includere tutto ciò che riguarda l'alimentazione, dal problema della mancanza di cibo per alcune zone del mondo, a quello dell'educazione alimentare, fino alle tematiche legate agli OGM.
L'area scelta per l'evento è situata nel settore nord-ovest di Milano, nei comuni di Rho e Pero, occupa una superficie di 110 ettari e risulta adiacente al nuovo polo espositivo di Fiera Milano, ideato su progetto dell'architetto Massimiliano Fuksas.
Prima della presentazione, il 26 aprile 2010, del Masterplan concettuale definitvo del sito espositivo di Expo 2015, sono state proposte altre due soluzioni.
La prima, di Alfonso Femia e Gianluca Peluffo, è caratterizzata dalla distribuzione spaziale di basse strutture che si affacciano alcune lungo un asse centrale principale pedonale, altre su due laghetti. L’elemento caratterizzante di questa soluzione è la torre situata proprio all’ingresso dell’area espositiva.
La seconda soluzione, di Herzog & De Meuron, è invece caratterizzata dalla presenza non più di basse strutture, ma di padiglioni coperti da tende, distribuiti intorno a due assi perpendicolari che riprendono il Cardo e il Decumano della città romana, il tutto circondato da vie d’acqua.
Questa soluzione rappresenta la base sul quale è stato invece impostato il Masterplan definitivo.
In esso, frutto della collaborazione degli architetti Herzog, Rylander, Burdett, Boeri, McDonough, è trasferita l’idea di un’area espositiva organizzata come un'isola circondata da un canale d'acqua, in parte reso navigabile, e strutturata intorno a due assi perpendicolari di forte impatto simbolico: il Cardo e il Decumano, ripresi naturalmente dall'architettura delle città romane. Lungo tali assi si affacceranno i padiglioni espositivi, coperti da 100mila metri quadrati di tende.
Secondo un principio di uguaglianza, tutti i padiglioni nazionali saranno affacciati sul grande viale principale, lungo 1.5 km e largo 35 metri. Lungo il cardo, 325 metri di lunghezza per 30 metri di larghezza verranno invece organizzati i padiglioni delle Regioni e Province italiane. Alla confluenza dei due assi verrà creata una grande piazza di 4.350 mq.
A disposizione dei visitatori, sei aree eventi, un anfiteatro da 8 mila posti, dodici aree di servizio e ristoro, un grande parco botanico, un lago grande come San Siro (diametro di 97 metri).
Un disegno leggero ed ecologico, che non dimentica il comfort dei visitatori e l’accoglienza degli ospiti e dei lavoratori di Expo. All’interno del sito verrà costruito un villaggio da 160 edifici bassi affacciati sull’acqua del canale per 320 appartamenti e 1.280 persone.
Tito Pietro Solendo