Berlino

Berlino dalle origini al '900
Realizzato da Rosa Mazzeo

Il ruolo politico e la formazione storica della sua struttura urbana.
Berlino compare tardi fra le grandi città e le metropoli europee. La sua storia è contrassegnata dall’importanza costante del suo ruolo politico.
_Fissata in genere al 1237, la fondazione di Berlino, secondo recenti ricerche, sarebbe in realtà anterio­re di cinquanta, settant'anni. Il primo nucleo era costituito da due centri, Berlino e Coelln, divisi dal ramo della Spree. Le due città, unificatesi nel 1307, erano sorte lungo un’importante strada commerciale che le porta ad avere uno sviluppo economico rilevante e la loro influenza si estende presto su un ampio territorio agricolo circostante. Cresce così gradualmente nel Trecento anche il ruolo politico di Berlino.                                                                                                                                                                                  
Un’alterazione profonda avviene però nel corso del Quattrocento. Il Grande elettore Federico II nel 1442 pone fine all’indipendenza della città e come segno tangibile dell’avvenuto mutamento politico fa porre la prima pietra di un castello che sorgerà sulla parte nord dell’isola sulla Spree, appartenente al territorio di Colln, ancora inedificata.                                                          
   Nella seconda metà del Seicento un’azione decisiva alla trasformazione della città viene da Federico Guglielmo, chiamato il “Grande principe elettore”, che sale al potere nel 1640 .
Il sovrano dal 1658 al 1685 crea un grandioso sistema di fortificazioni in sostituzione delle mura medievali e realizza un’espansione della città adiacente all’antica Colln, denominata Dorotheenstad.
Data la forte immigrazione, dopo la revoca dell’editto di Nantes da parte di Luigi XIV, si rese necessaria la realizzazione di un’ulteriore espansione, la Friedrichstadt, a sud del Plantage.  
    Nel 1815 nella capitale prussiana si manifesta la tendenza a trasformare il centro attraverso una strategia articolata; coerentemente con queste premesse, Schinkel e Lenné, attraverso piani e progetti di architettura, innescano una serie di trasformazioni.
  Nel 1817 Schinkel stende un ampio piano di riorganizzazione delle funzioni del centro, nel quale propone la creazione di più facili collegamenti fra la Dorotheenstadt e la Friedrichstadt da una parte, e l’isola sulla Spree, posta a nord, dall’altra. Il fenomeno dell’espansione si acuisce con il dispiegarsi della rivoluzione industriale, che a Berlino data dagli anni Trenta.
Nel 1838 l'inaugurazione della ferrovia Berlino-Potsdam spalanca all'industrializzazione le por­te della città. Con la guerra del 1870-71 la linea di collegamento precedente è sostituita da un anello ferroviario esterno (Ringbahn), che ha avuto per molto tempo la funzione di una cinta muraria e che circonda l'agglomerato berlinese per un raggio di dieci-quindici chilometri, mette tutte le stazioni in rapporto fra loro, consentendo un percorso intorno a Berlino. All'interno si è sviluppata una città sopredificata, un fitto conglomerato di casamenti d'affitto da quattro a sei piani con i loro cortili interni, edifici tra­sversali e ali laterali. All'esterno della Ringbahn, i villaggi rurali di un tempo sono diventati in pochi decenni quartieri residenziali e industriali. Ciò che manca è un collegamento in direzione nord-sud. La mancanza di un collegamento che era già stata rilevata da Lennè, ma questo verrà realizzato negli anni Trenta del novecento, e solo come linea metropolitana (S-Bahn).
La più tumultuosa espansione si verifica, dopo la fondazione del Reich, a sud-ovest, in aree appartenenti ad antichi villaggi. Quella che prima del 1862 era la parte vecchia di Berlino, entro la fine del XIX secolo viene trasformata in una city, nella quale si concentrano alcune funzioni terziarie. Questo settore urbano prende forma in poco tempo a est. La zona è caratterizzata dalla croce formata da Unter den Linden e dall’asse commerciale della Friedrichstrasse, che rappresenta un caso unico di trasformazione di una strada costituita da residenze e negozi in un susseguirsi di grandi complessi commerciali. A differenza di altre città, Berlino non è cresciuta a cerchi concentri­ci, partendo da un nucleo che si espande gradatamente a macchia d'olio, dilagando verso la periferia; ma ha assorbito borghi e villaggi senza peraltro assimilarli.
La grande industria s'installa lungo i fiumi (Dahme, Sprea e Havel) e lungo i canali. Le grandi realizzazioni degli architetti degli anni venti - fabbricati industriali e grandi ag­glomerati - sono relegate in periferia.
E’ in questo scenario che si inserisce la figura di Peter BEHRENS (Amburgo, 14 aprile 1868 – Berlino, 27 febbraio 1940).
   Nel 1907 la Allgemeine Elektrizitäts-Gesellschaft (AEG) assunse Behrens come consulente artistico e lo incaricò di creare la veste grafica dell'azienda, dal logo alla pubblicità alla linea principale dei prodotti: si tratta del primo incarico di questo tipo, che rende Behrens il primo industrial designer della storia.
Peter BEHRENS, AEG Turbinen Fabrik, Berlin-Moabit, 1908-1911
Nel 1909, Behrens realizza uno dei suoi più celebri e impegnativi lavori, la Turbinenfabrik della AEG. Edificio di grande sobrietà ed armonia, uno dei primi esempi dell'interesse dell'architettura per l'aspetto di una fabbrica. Nei due lati corti dell'edificio l'architetto rende evidente una sorta di massiccio frontone a profilo spezzato, che aggetta sulla muratura sottostante, creando un enorme gioco d’incastri fra i diversi materiali. Importante è la facciata principale dove vetrata e timpano sembrano richiamare la forma di una vite, di un chiodo. La forma stessa diventa anche motivo simbolico e decorativo, oltre che avere precise esigenze funzionali. Difatti la grande vetrata fu concepita per consentire una maggiore illuminazione che permettesse agli operai di lavorare in condizioni migliori. Si precisa dunque la straordinaria corrispondenza tra la funzione e la forma, tema caratteristico dell'architettura di Behrens e di tutto il Deutscher Werkbund.
Peter BEHRENS, Isolato AEG am Humboldthain, Berlin-Wedding, 1907-1913
 
Nel 1909 Behrens viene incaricato dall’AEG di realizzare nuovi corpi di fabbrica nel complesso industriale presso Humboldthain, nella parte settentrionale della città.
PLANIMETRIA / LEGENDA
a. Porta di ingresso ferroviario all'area AEG
b. Vecchia fabbrica per materiale ferroviario (Alte Fabrik für Bahnmaterial)
c. Fabbrica di materiale per l'Alta tensione (Hochspannungsfabrik)
d. Nuova fabbrica per materiale ferroviario (Neue Fabrik für Bahnmaterial)
e. Sala di montaggio per grandi macchine (Montagehalle für Großmaschinen)
f. Fabbrica di piccoli motori (Kleinmotorenfabrik)
g. Autorimessa (della Bankgesellschaft Berlin)
h. Fabbrica di computer Siemens-Nixdorf (ora Bankgesellschaft Berlin)
- Peter BEHRENS, Vecchia fabbrica per materiale ferroviario AEG, Berlin-Wedding, 1907-1911.
- Peter BEHRENS, Fabbrica di materiale per l’Alta tensione AEG, Berlin-Wedding, 1910-1913
- Peter BEHRENS, Nuova fabbrica per materiale ferroviario AEG, Berlin-Wedding, 1911-1912
- Peter BEHRENS, Sala di montaggio per grandi macchine AEG, Berlin-Wedding, 1912
- Peter BEHRENS, Fabbrica di piccoli motori AEG, Berlin-Wedding, 1911-1913
- Peter BEHRENS, Uffici e fabbrica della Nationale-Automobil-Gesellschaft, Berlin-Oberschöneweide, 1915-1917
- Peter BEHRENS, Complesso commerciale Alexanderplatz, Alexanderhaus / Berolinahaus, Berlin-Mitte, 1929-1932

Rosa Mazzeo
Berlino moderno e contemporaneo

  
Realizzato da Fazzolari Maria Teresa
 Ferrara Veronica          
Berlino moderna
Bruno TAUT, Città-giardino Am Falkenberg, Berlin-Grünau, 1913-1914
 Insediamento residenziale Am Falkenberg, nella campagna a sud di Berlino. L’obiettivo era quello di realizzare nuove forme di vita, diverse da quelle delle anonime periferie di Berlino. Le case si rifanno ancora a schemi usuali della tradizione ottocentesca, con coperture a falde inclinate, con orti e giardini privati.
Erich MENDELSOHN, Torre-osservatorio Einstein, Potsdam, 1920-1924
È l’edificio che venne costruito per offrire ad Einstein un osservatorio astronomico e un istituto di astrofisica. Divenne poi centro di ricerca scientifica per lo studio della teoria della relatività dei fenomeni luminosi. Il laboratorio vero e proprio si trova nei sotterranei; esso è collegato con l’osservatorio verticale a calotta girevole contenente un telescopio. Lo stile architettonico si caratterizza per la prevalenza della linea curva e per l’abolizione dell’angolo retto. Nel suo insieme sembra un animale dal lungo collo, la cui forma sinuosa si adagia sul terreno. L’opera è stata costruita in modo tradizionale, a causa dei problemi tecnici che impedirono che le superfici curve esterne venissero realizzata in calcestruzzo (fu infatti eseguito in muratura rivestita da intonaco).
Erich MENDELSOHN, Rudolf-Mosse-Haus, Berlin-Mitte, 1921-1923
Nel 1921 Mendelsohn intraprese i lavori di trasformazione e ristrutturazione di un edificio costruito nel 1903 su progetto di Cremer&Wolffenstein. L’intervento è consistito nell’ampliamento e nella sopraelevazione di tre piani dell’edificio esistente (in stile tradizionale) e nella nuova facciata sull’angolo tra la Schützenstrasse e la Jerusalemerstrasse. La parte più innovativa è l’angolo arrotondato, il cui dinamismo è accentuato verso l’alto mediante il profilo arcuato e verso la strada mediante il forte aggetto della pensilina d’ingressso facendole assumere le sembianze aerodinamiche di un’automobile da corsa (o di un enorme volatile pronto a librarsi verso il cielo).
Erich MENDELSOHN, Doppelvilla, Berlin-Charlottenburg, 1921-1922
Villa composta da due unità abitative, di cui una Mendelsohn stesso era committente. L’edificio si compone di due volumi cubici con tetto piano, che si incastrano perpendicolarmente tra loro; La planimetria evidenzia la disposizione specularmente identica delle due unità interne, con l’asse di simmetria coincidente con la bisettrice d’angolo. Le due unità, però, non sono divise tra loro specularmente, in quanto i vani tagliati dall’asse di simmetria appartengono alternativamente all'una o all'altra abitazione.
Erich MENDELSOHN, Villa Sternefeld, Berlin-Charlottenburg, 1923-1924
In questa abitazione non utilizza la linea fluida e le superfici avvolgenti, a favore dell’angolo retto, delle pareti piane, delle composizioni razionali. Egli mostra come, utilizzando elementi semplici quali la linea, la superficie piana, il rettangolo, sia possibile ottenere composizioni molto articolate. L’esterno si compone di elementi geometrici semplici tutti dalla forma rettangolare.
Bruno TAUT, Siedlung Eichkamp, Berlin-Charlottenburg, 1925-1927
Complesso residenziale progettato da Taut insieme a Wagner, Hoffmann e altri. Si trova appena al di là dell’Avus, nella periferia ovest della città. Destinato a piccoli funzionari pubblici e a operai, si compone principalmente di villette, case a schiera e bifamiliari economiche.
Bruno TAUT, Siedlung Freie Scholle, Berlin-Tegel, 1924-1931
"Freie Scholle" è il nome della cooperativa edile di pubblica utilità fondata nel 1895 a Berlin-Tegel. Dopo alcuni interventi sporadici (in particolare su Egidystraße), Taut venne incaricato dalla cooperativa di progettare un insediamento organico con l’obiettivo di creare un dignitoso quartiere operaio. Il nucleo del complesso è lo Schollenhof ("cortile delle zolle") enorme blocco a pianta trapezoidale, realizzato nello stile del Razionalismo berlinese degli anni della Repubblica di Weimar, con facciate semplici, pareti lisce, copertura piana, piante funzionali. stato ridipinto nei suoi colori originali.
Bruno TAUT, Siedlung Schillerpark, Berlin-Wedding, 1924-1928
Si compone di tre lotti con ampi cortili interni concepiti come punto di incontro per i residenti. Taut abbandona i legami con la tradizione abitativa del passato, mettendo in pratica le sue concezioni nel campo dell’edilizia economica urbana. Scompaiono definitivamente i tetti a falde inclinate, gli orti o giardinetti privati, le recinzioni, le casette a un solo piano.
Bruno TAUT, Hufeisensiedlung, Berlin-Britz, 1925-1931
Divenne uno dei simboli della politica residenziale portata avanti dal governo socialdemocratico berlinese. L’insieme fu concepito come modello per una possibile città alternativa, oasi di razionalità e natura nel caos della metropoli industriale.
Bruno TAUT, Siedlung Onkel-Toms-Hütte, Berlin-Zehlendorf, 1926-1931
 È una delle più importanti opere urbanistiche realizzate negli anni della Repubblica di Weimar. Taut riprese alcuni aspetti tipici della città-giardino. Il complesso venne realizzato entro un’ampia area boschiva di circa 35 ettari, una zona gradevole dal punto di vista paesaggistico. Sono presenti solo tre tipi edilizi, ma variamente articolati tra loro in modo da ottenere una notevole differenziazione. Spina centrale dell'impianto è la Peitschenknall (progettata dallo stesso Taut), un edificio in linea leggermente incurvato, lungo oltre 400 mt, sulla Argentinische Allee, parallela alla metropolitana.
Ludwig MIES Van Der ROHE, Wohnanlage Afrikanische Straße, Berlin-Wedding, 1925-1927
È l’unico complesso a carattere residenziale realizzato da Mies Van Der Rohe a Berlino. Progettato per la società immobiliare Prismus, l’insediamento consiste in quattro edifici, di cui tre in linea, posti tutti sulla Afrikanischestrasse. Gli edifici in linea, contenenti 88 appartamenti ciascuno, si compongono di un blocco più lungo a tre piani, parallelo alla Afrikanische Straße, e da due blocchi più corti a due piani, che si congiungono perpendicolarmente a quello maggiore. Le tre parti della costruzione sono incernierate tra loro da balconcini tondeggianti.
Erich MENDELSOHN, WOGA Complex.
Cinema Universum, Berlin-Wilmersdorf, 1927-1929
La sua conformazione volumetrica esterna è stata determinata dalla sua organizzazione funzionale interna. L’ingresso è segnalato dall'incastro tra un alto prisma (che contiene le strutture per la proiezione dei film) e una grandiosa curva sormontata dall'insegna pubblicitaria.
Erich MENDELSOHN, WOGA Complex. Ristorante e negozi, Berlin-Wilmersdorf, 1926-28/30
Blocco piatto che si sviluppa lungo Albrecht-Achilles-Strasse e facciata su Kurfürstendamm, fu concepito per ospitare un cabaret.
Erich MENDELSOHN, WOGA Complex. Siedlung Cicerostraße, Berlin-Wilmersdorf, 1926-28/30
È la parte residenziale del WOGA Complex. L’edificio principale del complesso è quello che si affaccia su Cicerostraße. Si tratta di un lungo blocco edilizio alto sei piani.
Bruno TAUT, Wohnanlage Paul-Heyse-Straße, Berlin-Prenzlauer Berg, 1927-1928
Grande edificio a carattere residenziale, Taut organizzò la planimetria ad H in modo da ottenere interni molto luminosi. I bracci si raccordano con gli edifici preesistenti su originando un’ ampia corte privata interna, attrezzata con alberi e spazi verdi per gli abitanti del complesso.
Hans POELZIG, Haus des Rundfunks, Berlin-Charlottenburg, 1929-1930
È la più vecchia sede di radiodiffusione nel mondo. Fu realizzata da Poelzig dopo aver vinto il concorso. Si tratta di un edificio rigorosamente simmetrico dalla forma simile ad un triangolo arrotondato. Le stanze di radiodiffusione sono situate nel corpo centrale, gli uffici e le stanze editoriali sono situati sulle zone esterne della costruzione e circondano i tre grandi complessi degli studi.
Erich MENDELSOHN, Sede del Sindacato metallurgici, Berlin-Kreuzburg, 1928-1930
Sede del Sindacato dei metallurgici tedeschi è stata una delle ultime realizzazioni tedesche di Mendelsohn prima della sua fuga in Inghilterra (1933) a causa delle sue origini ebraiche. L’edificio fu concepito come "simbolo della liberazione del popolo operaio". La forma complessiva sembra alludere all'idea di un congegno meccanico formato da due leve simmetriche rotanti intorno ad un fulcro.
Walter GROPIUS, Siedlung Siemensstadt, Berlin-Spandau, 1929-1930
È un insediamento sperimentale tra i più famosi realizzati nella Germania degli anni Venti; rappresenta una precisa testimonianza delle ricerche e degli ideali del Razionalismo tedesco. Gropius ha elaborato l'impostazione generale del quartiere. L’insieme conteneva in origine 1379 appartamenti, riscaldamento centralizzato di quartiere e lavanderia comunitaria (Heizung Zentralwäscherei). Sono presenti esclusivamente edifici in linea alti da tre a cinque piani, con unità abitative da 48 a 70 mq.
Ludwig MIES Van Der ROHE, Haus Lemke, Berlin-Hohenschönhausen, 1932-1933
È la casa che Mies van der Rohe ha progettato per il collezionista di opere d’arte Karl Lemke, realizzata su un terreno in posizione paesaggistica. In questa abitazione l’autore ha proseguito la sua ricerca sul tema della casa-tipo singola a un piano e a tetto piano. Nel 1977 la Haus Lemke è stata riconosciuta dal governo della DDR di grande valore storico-artistico. Dal 1990 è aperta al pubblico e, in consonanza con il carattere originale della sua realizzazione, ospita mostre di arte moderna.
Alvar AALTO, Edificio d'abitazione Hansaviertel, Berlin-Tiergarten, 1955-1957
Edificio residenziale alto otto piani presentato all’Interbau, la grande mostra internazionale di architettura organizzata a Berlino nel 1957, avente per tema "Progettare per la città del domani". Si tratta dell’unico lavoro realizzato da Aalto a Berlino. Ha progettato una unità residenziale dai caratteri tipicamente urbani, in cui ha adottato tecniche sperimentali di prefabbricazione edilizia. Esternamente si caratterizza per la planimetria articolata e per le facciate leggermente ricurve.
Walter GROPIUS, Unità di abitazione Hansaviertel, Berlin-Tiergarten, 1957
Gropius ha realizzato questo primo edificio in Germania, a conferma della grande vivacità artistica dell’ultimo periodo della sua vita. È un grande edificio multipiano, alto 25 mt, ricurvo e rivolto verso Händelallee. È stato realizzato con la tecnica consolidata del calcestruzzo armato. Il lato ricurvo, che si apre sul parco, è caratterizzato dalla disposizione sfalsata di balconi aperti e verande vetrate che determinano un ritmo mosso e chiaroscurato.
LE CORBUSIER, Unité d'Habitation Typ Berlin, Berlin-Charlottenburg, 1956-1958
Le Corbusier ha partecipato all'esposizione dell’Interbau 1957, presenta l’Unité d’Habitation già sperimentata in precedenza a Marsiglia, è un’unità autonoma e autosufficiente alta 17 piani, con 527 cellule abitative per circa 1.600/1.800 abitanti, elaborata partendo dalle dimensioni del modulo. Il gigantesco blocco in cemento armato, lungo 165 mt e alto 56, è sollevato dal terreno da enormi coppie di piloni cavi (al loro interno sono alloggiate le canalizzazioni degli impianti).
Walter GROPIUS, Gropiusstadt, Berlin-Britz, 1964-1969
Enorme centro residenziale progettato da Gropius insieme al TAC. Si trova nell’area sud-est di Berlin-Britz. L’idea dell’autore era quella di costruire una zona destinata principalmente ai pedoni con aree verdi attrezzate, spazi aperti ed edifici non più alti di quattro piani. Molte delle intenzioni originarie di Gropius sono state però alterate in fase esecutiva. Le idee iniziali vennero trasformate fino a creare edifici di 31 piani con un’altezza di 90 mt, ottenendo come risultato un deserto di vetro e cemento.
Walter GROPIUS, Bauhaus Archiv, Berlin-Tiergarten, 1963-1964 / 1976-1978
È l’archivio-museo del Bauhaus, progettato già nel 1963-64 per ospitare il centro studi sull’attività del Bauhaus. Il trasferimento da Darmstadt a Berlino, città che era stata l'ultima sede della travagliata vita della scuola (chiusa nel 1933), vivamente sollecitato dallo stesso Gropius, avvenne nel 1971. La realizzazione del progetto avvenne solo nel 1976-78, ospita il museo, l’archivio documentario, la biblioteca specializzata, un dipartimento di studi e ricerche, sale per mostre temporanee. Ha una planimetria ad H con due corpi paralleli slittati fra loro e collegati da un elemento trasversale sul quale è posto l’accesso agli spazi espositivi. La copertura si caratterizza per la presenza di tre serie di shed che illuminano gli ambienti a doppia altezza del museo. I blocchi geometrici sono uniti tra loro da una lunga rampa pedonale che scavalca l’edificio passando sulla copertura tra le creste dei lucernai.
Joseph Paul KLEIHUES, Ospedale Neukölln, Berlin-Neukölln, 1977-1986
Edificio il cui progetto risale al concorso del 1973. Ha una lunghezza di 315 mt, una larghezza di 62 mt e un’altezza di 20 mt, per una cubatura totale di 380.000 mc.
Alvaro SIZA, Bonjour Tristesse, Berlin-Kreuzberg, 1980-1984
In seguito al concorso vinto nel 1980, Siza ha ottenuto la sua prima commissione all’estero. È un edificio a sei livelli di alloggi con il pianoterra destinato a negozi. Posto nei pressi della Schlesisches Tor, l’edificio è stato realizzato con l’obiettivo di risanare un isolato di Kreuzberg, abitato in maggioranza da immigrati turchi. L’edificio occupa l’angolo tra Schlesischestrasse e Falchensteinstrasse; Siza movimenta il prospetto, imponendo alle superfici murarie un andamento curvilineo. Il vertice geometrico dell'angolo è marcato dalla presenza di un esile pilastro. Il graffito "Bonjour Tristesse", aggiunto dai giovani berlinesi sulla sommità della fascia curvilinea, citazione del romanzo esistenzialista di Segan (1954), coglie il grigiore della vita urbana in questa area periferica di Berlino Ovest.
Peter EISENMAN, Abitazioni economiche e negozi Checkpoint Charlie, Berlin-Mitte, 1981-1985
Edificio di edilizia popolare realizzato lungo il Muro, venne realizzato per affrontare le esigenze abitative della città. Il volume dell’edificio si scompone in volumi geometrici minori sfalsati e aggettanti tra loro. Questo gioco di volumi  che sembrano scontrarsi e cadere comunica, un senso di instabilità che allude agli effetti causati alla città dalle distruzioni della II Guerra mondiale. Alla facciata è stato sovrapposto un reticolo di linee ortogonali, con riferimento alla maglia stradale berlinese formatasi durante le trasformazioni urbanistiche ottocentesche.
Arata ISOZAKI, IBA-Wohnungsbau, Berlin-Kreuzberg, 1982-1986
Si tratta di una palazzina a sei piani lontana dai linguaggi della tradizione moderna berlinese. In essa l’uso di geometrie semplici, delle curvature, della simmetria compositiva, della contrapposizione antico-moderno conferisce all’opera una chiara riconoscibilità.
Robert KRIER, Isolato residenziale Rauchstraße, Berlin-Tiergarten, 1981-1985
Due edifici cubici collegati tra loro da un grande raccordo curvo dotato di rampe di scale esterne, su questo fronte la parte convessa si definisce esplicitamente e crea una facciata a due livelli di profondità e a due colori, mentre sul retro si integra fluidamente e cromaticamente con i due corpi laterali.
Mario BOTTA, Edificio residenziale Lützowplatz, Berlin-Tiergarten, 1988-1990
Botta evita il concetto di "casa" funzionalista che si apre alla città. Essa è infatti chiusa e introversa, una specie di belvedere-bunker al cui interno la famiglia si sente protetta. La volumetria è semplice, geometrica e austera. Botta ha adottato uno schema centrale simmetrico, tagliato sull’angolo da una fessura dalla quale si affacciano le logge degli appartamenti disposti su quattro piani. Le due facciate, identiche, sono ritmate da piccole finestre quadrate, tutte uguali ed equidistanti tra loro, disposte secondo una griglia progettata a priori.
Zaha HADID, Complesso residenziale Wohnhof, Berlin-Kreuzberg, 1986-1993
Complesso per abitazioni e negozi realizzato sull'angolo acuto tra Stresemannstrasse e Dessauerstrasse. La Hadid propone un edificio dal profilo frastagliato, formato da un corpo a un piano con negozi sormontati da 11 alloggi duplex disposti in linea e da una torre di sette piani che fuoriesce a sbalzo dalla fragile struttura vetrata della base. La parte più innovativa è la torre angolare, il cui profilo tagliente, è ottenuto dall'accostamento di due superfici, la prima piena e pesante, la seconda leggera e trasparente. L’autrice propone un edificio che si caratterizza per una spiccata direzionalità, tanto da essere paragonato a una freccia. Dal punto di vista compositivo, volumi che si scontrano disordinatamente tra loro. I volumi instabili, la fragilità statica dell’insieme, intendono comunicare la precarietà della vita contemporanea.

Veronica Ferrara
Berlino contemporanea

·         Renzo PIANO, Sistemazione urbanistica Area Daimler Benz AG, Berlin-Tiergarten, 1991-1999
Potsdamer Platz, nodo viario e sede dei terminali delle più importanti linee ferroviarie internazionali che facevano capo a Berlino, raggiunse un'importanza leggendaria durante i primi decenni del Novecento. Dopo essere stata il cuore di Berlino e la piazza più trafficata d'Europa, dopo la costruzione del Muro, era diventata una grande area vuota e abbandonata. Dopo l’abbattimento del Muro (1989), l’area si è venuta a trovare in un punto nodale della città riunificata. Per garantire la desiderata ripresa di questa parte di città, nel 1991 venne indetto il concorso di idee, per il quale furono invitati 16 studi internazionale di architettura. Il concorso fu promosso dal gruppo industriale Daimler Benz (proprietario dell’area) in collaborazione con l'Assessorato all’edilizia di Berlino. La Daimler-Benz (proprietario del marchio Mercedes) aveva deciso di insediarsi in questa zona già nel 1989, poco prima della caduta del Muro. La superficie di concorso, di circa 68.000 mq, è delimitata a nord dalla Neue Potsdamer Strasse (al confine con l'area Sony), a ovest dal Kulturforum, a sud dal Landwehrkanal, a est dalla Linkstrasse (che la divide dall’area ABB). In netto contrasto col modello urbanistico dello zoning razionalista, il bando richiedeva la realizzazione di una zona a destinazione d'uso mista (commercio, tempo libero, cultura, artigianato, residenza e uffici). Il concorso suscitò grande interesse; si trattava, infatti, di un’occasione unica: la progettazione di un intero quartiere collocato nel cuore di un’importante metropoli. La progettazione urbanistica complessiva e la supervisione artistica dell’intero complesso fu assegnata a Piano, che affidò la progettazione dei singoli interventi a vari studi professionali, tra cui Rogers, Isozaki, Kollhoff e Moneo. L’intero complesso forma come un’isola architettonica composta da 19 edifici (di cui 8 progettati dallo stesso Piano), divisa in due grandi lotti separati tra loro dall’Alte Potsdamer Strasse. Il vincitore del concorso ha proposto una fitta edificazione dei lotti con costruzioni di altezza ridotta, secondo una tipologia caratteristica delle città europee, in opposizione al modello americano definito da grandi grattacieli.
·         Renzo PIANO, Torre per uffici Daimler-Benz Inter Services, Berlin-Tiergarten, 1995-1999
Insieme alla Torre per uffici Daimler Benz di Kollhoff, costituisce una sorta di porta d’accesso all’area Daimler Chrysler. Sono due edifici ad angolo, specie di "propilei" moderni, in cui la trasparente torre di Piano si oppone alla più massiccia torre di Kollhoff. L’edificio, alto 18 piani, pari a circa 60 mt, sorge proprio sulla punta del lotto triangolare tra la Alte Potsdamer Strasse ed il nuovo parcheggio sulla Linkstrasse. Esso incombe, affilato come la prua di vetro di una nave, sulla Potsdamerplatz. Le due pareti vetrate che formano la punta sono entrambe lineari e hanno dei rivestimenti metallici longitudinali di modeste dimensioni.
·         Renzo PIANO, Entertainment Center, Berlin-Tiergarten, 1996-1998
Si compone di due unità separate tra loro: il Musical Theater Berlin e lo Spielbank Berlin. Il lato posteriore del nuovo complesso si sviluppa parallelamente alla Staatsbibliothek di Scharoun, con la quale cerca di integrarsi dal punto di vista formale e dei materiali utilizzati. È, infatti, un edificio a pianta irregolare, i cui volumi spigolosi e scavati e i tetti molto sporgenti riprendono le espressive dissimmetrie dell’opera di Scharoun. Il Musical Theater Berlin contiene il Teatro per varietà (700 posti) e il Teatro per concerti musicali (1.700 posti). L’edificio, che si affaccia sulla nuova Marlene-Dietrich-Platz, forma un'unità architettonica con lo Spielbank Berlin (il casinò di 800 mq). Le due unità si affacciano sulla piazza con due pareti completamente vetrate, divergenti tra loro a formare uno slargo triangolare, coperto da due lastre in acciaio triangolari aggettanti e sovrapposte tra loro. Queste due lastre inclinate verso il basso creano una specie di piazza nella piazza, uno spazio coperto che costituisce il foyer all’aperto per il teatro e il casinò.
·         Renzo PIANO, DEBIS-Haus, Berlin-Tiergarten, 1994-1997
È stato il primo edificio compiuto del progetto di rifondazione urbana dell’area di Potsdamer Platz. È la sede della impresa di servizi della Daimler-Benz. Occupa un grande isolato trapezoidale e si affaccia sul nuovo spazio triangolare d’acqua collegato al Landwehrkanal. Si compone di due parti: l’alta Torre DEBIS che si affaccia su Reichpietsufer e il corpo più basso sul retro (al cui interno è la Mercedes-Ausstellungsraum). Nel suo insieme l'esterno è articolato in quattro blocchi, di volume crescente, conclusi dalla Torre DEBIS, alta 60 mt. Per questo grattacielo, Piano ha evitato la tipica architettura berlinese di primo Novecento, caratterizzata da muri pesanti, creando una costruzione dalle facciate vetrate che conferiscono leggerezza e trasparenza. La sua resa plastica è accresciuta dalla presenza di corpi aggettanti ed arretrati. I blocchi si sviluppano su due ali formanti all’interno un enorme atrio rettangolare (90x14 mt, 33 mt di altezza) chiuso da una copertura vetrata. Questa area è concepita da Piano come una piazza, un foro pubblico le cui facciate interne sono rivestite da pannelli vetrati, funzionali alla regolazione termica.
·         Renzo PIANO, Edifici residenziali, Berlin-Tiergarten, 1995-1998
Complesso di edifici residenziali formato da due blocchi edilizi. Si affacciano entrambi su Alte Potsdamer Strasse. Le due strutture residenziali si snodano intorno a corti verdi rialzate rispetto alla quota della viabilità stradale. Una ha la forma triangolare col lato pubblico rivolto su Alte Potsdamer Strasse; l’altra, di dimensioni maggiori, è posta sull’angolo tra Marlene-Dietrich-Platz e Alte Potsdamer Strasse. Il blocco triangolare è caratterizzato dalla presenza di una struttura cilindrica tagliata orizzontalmente da vetrate nastriformi che si alternano a fasce di cotto; questo blocco è posto proprio a lato dell’ingresso principale del Potsdamer-Platz-Arkaden.
·         Arata ISOZAKI, Berliner Volksbank Headquarters, Berlin-Tiergarten, 1994-1998
È la sede amministrativa della Berliner Volksbank, posta nell’angolo sud-est dell’area Daimler-Benz sistemata da Piano. L’intero complesso, che ospita 1200 uffici, si compone di due blocchi paralleli che si sviluppano seguendo l'andamento trapezoidale del lotto, grazie allo "slittamento" dei due volumi. Questo slittamento crea nelle due testate un fronte inclinato che allinea le facciate. I due lunghi edifici, distanti 17 mt l'uno dall'altro, sono collegati tra loro da cinque ponti dell’altezza di tre piani. La successione di questi ponti crea particolari effetti prospettici.
·         Raphael MONEO, Centro direzionale Mercedes Benz, Berlin-Tiergarten, 1995-1998
Edificio posto nel lotto trapezoidale sul lato nord-orientale dell’area Daimler-Benz. Dal punto di vista formale si caratterizza per la sua articolazione di volumi geometrici semplici. È attiguo al Grand Hotel Hyatt, progettato dallo stesso Moneo, ma presenta caratteri diversi, soprattutto osservando le varie facciate, in cui adotta soluzioni differenziate a seconda degli edifici con cui si rapporta. Quella lungo Potsdamerstrasse (cioè quella di fronte al Sony Center) è completamente vetrata; ciò permette la visione degli interni. Le facciate su Voxstrasse e Ludwig-Beck-Strasse sono invece caratterizzate da rivestimenti di arenaria gialla. Il lotto si assottiglia verso est, cioè verso il Kulturforum; per questo motivo, su questo lato la costruzione è molto snella.
·         Hans KOLLHOFF, Torre per uffici Daimler Chrysler, Berlin-Tiergarten, 1997-2000
L’edificio, realizzato per la Daimler Chrysler Immobilien, occupa il lotto triangolare nord dell’area Daimler-Benz, tra la Neue Potsdamer Strasse e la Alte Potsdamer Strasse. È formato da una struttura a gradoni che si slancia per balzi verso l’alto, in modo da rapportarsi alle volumetrie più basse delle costruzioni circostanti. È un articolarsi di volumi e altezze diverse che dai 24 piani della torre scendono alternativamente a 13 e 7 piani. Con questi gradoni, l’autore è riuscito a produrre una profonda modellazione tridimensionale delle facciate.
·         Helmut JAHN, DB-Bahntower, Berlin-Tiergarten, 1996-2000
È la sede della Deutschen Bahn AG, cioè delle ferrovie tedesche. Appartenente al Sony Center, sempre di Jahn, si affaccia su Potsdamer Platz costituendo la "porta d’accesso" all’intero intervento posto alle sue spalle. Si tratta di un grattacielo vetrato a pianta semicircolare sviluppato su 26 piani (103 mt), il più alto tra gli edifici di testata del nuovo insediamento sulla Potsdamer Platz. Dal punto di vista turistico è tra le principali attrazioni di Potsdamer Platz. Dalla piazza è infatti possibile vedere come è strutturato l'interno, i suoi locali, la struttura portante, i materiali utilizzati, ottenendo un senso di luminosità e nitidezza. Caratteristica formale innovativa è la parte anteriore della facciata curvilinea lungo Potsdamerstrasse; qui è presente un guscio levigato di cristallo che, mentre si innalza verso l'alto, sembra staccarsi dalla struttura portante, aumentando di larghezza in modo lineare e continuo, generando un volume sfuggente e immateriale. È proprio questa parete-schermo in vetro che determina l’abbattimento visivo e fisico della torre. Mentre questo lato ha una facciata perfettamente curvilinea, l’altro è lineare e perfettamente parallelo alle facciate delle torri del Beisheim Center.
·         Richard ROGERS, Daimler-Chrysler-Complex, Berlin-Tiergarten, 1995-1999
Complesso formato da tre costruzioni con destinazioni d’uso diverse: commercio, uffici e residenze. Si sviluppa lungo la Linkstraße e si affaccia sull’ampio parco occupato in precedenza dalla Bahnhof Potsdamer Platz. I tre edifici (di cui due gemelli) fanno parte degli interventi della Daimler coordinati da Piano. Sono allineati tra loro e ciascuno occupa una superficie di 55x53 mt e si sviluppa su sette piani (37 mt di altezza totale). Nei due blocchi gemelli, quelli prossimi a Potsdamer Platz, nei primi due livelli sono situati spazi commerciali, negli altri si trovano uffici. Il terzo blocco è invece a carattere prevalentemente residenziale. I tre edifici seguono la tipologia urbana a blocco con corte interna e piani superiori arretrati. I primi due blocchi hanno la corte con copertura vetrata la cui struttura d'acciaio si trasforma, durante i mesi invernali, un vero e proprio radiatore. L’ampia corte è sopraelevata e si affaccia direttamente sul verde esterno. Questa facciata, aperta e smaterializzata, non ha alcun riferimento formale col tipico blocco urbano berlinese. Ma questa soluzione permette alla luce naturale di penetrare nella corte; inoltre garantisce la vista verso il parco dagli uffici e dalle unità abitative interni. Ingressi, negozi, uffici e residenze sono collegati tra loro da una spettacolare compresenza di scale, ascensori vetrati e scale mobili.
·         Ieoh Ming PEI, Friedrichstadt-Passagen Quartier 206, Berlin-Mitte, 1993-1996
Il Friedrichstadt-Passagen è una sequenza di isolati commerciali e terziari costruiti proprio nel cuore della Berlino Est, nei pressi della barriera di Checkpoint Charlie. Al posto delle strade grigie precedenti e delle vetrine allestite con le misere merci dell’economia di Stato, si trovano ora luccicanti negozi di grandi firme della moda, del design, delle scarpe e di agenzie bancarie. Il Quartier 206 è l’isolato posto tra le Galeries Lafayette di Nouvel (a nord) e il Quartier 205 di Ungers (a sud), ai quali è collegato da un sistema di passaggi pedonali interrati. Il fabbricato progettato da Pei completa l’isolato esistente nella parte che si affaccia su Friedrichstrasse. È un complesso edilizio contenente al suo interno un centro commerciale per prodotti di lusso e boutique di stilisti internazionali. Si distingue dagli edifici dei due isolati limitrofi per l’utilizzo di un lessico architettonico particolare. Si tratta, infatti, di un imponente edificio caratterizzato da corpi aggettanti con angoli acuti che si sviluppano ritmicamente su tutta la superficie, sporgendo oltre il cornicione, fino al tetto, nonché dalla scansione in fasce orizzontali bianche e nere.
·         Oswald Mathias UNGERS, Friedrichstadt-Passagen Quartier 205, Berlin-Mitte, 1993-1995
È l’isolato più meridionale del complesso Friedrichstadt-Passagen. Si trova nei pressi del centro monumentale e degli edifici parlamentari e governativi. È stato realizzato in una delle zone più devastate dai bombardamenti della II Guerra mondiale e una delle più abbandonate dopo la costruzione del Muro, a causa della sia vicinanza al Checkpoint Charlie, uno dei pochi passaggi tra le due parti della città. Il Quartier 205 si spinge dalla Friedrichstrasse fino al Gendarmenmarkt, un'area di 110x77 mt con circa 53.000 mq di uffici, grandi magazzini, abitazioni di lusso. Rispetto ai due isolati limitrofi di Pei e Nouvel, Ungers ha utilizzato un linguaggio più sobrio, che si sviluppa a partire dal quadrato, secondo una soluzione da lui spesso adottata. Rapportandosi alla tradizione del blocco edilizio berlinese, ha realizzato una costruzione centrale di nove piani con due cortili interni, davanti alla quale sono posti altri corpi di fabbrica di sei piani che, nelle loro proporzioni, tengono conto degli edifici limitrofi. Il corpo centrale è un edificio massiccio contraddistinto da un rivestimento in arenaria chiara. L’intero corpo edilizio è rivestito da una rigorosa griglia geometrica che ha come modulo base il quadrato.
·         Jean NOUVEL, Galeries Lafayette, Quartier 207, Friedrichstadt-Passagen, Berlin-Mitte, 1993-1996
È la succursale berlinese delle famose Galeries Lafayette di Parigi. Il complesso commerciale è inserito all’interno del Friedrichstadt-Passagen, il sistema di tre isolati collegati tramite una galleria sotterranea; gli altri due sono il Quartier 205 (di Ungers) e il Quartier 206 (di Pei). Come il Quartier 206, anche questo era già stato edificato verso il Gendarmenmarkt negli anni Ottanta. Nouvel ha decisamente optato per una costruzione moderna, completamente in vetro, ricollegandosi storicamente ai visionari progetti espressionisti di Taut e Mendelsohn. Ha creato un volume di sette piani completamente vetrato su tutte le facciate (copertura compresa). L’angolo tra Friedrichstrasse e Französische Strasse è arrotondato, mentre quello tra Friedrichstrasse e Jägerstrasse è tagliente. La facciata lungo Friedrichstrasse è concepita come un prospetto-sipario costituito da una superficie luminosa continua di doppio vetro serigrafato. L’uso del vetro scuro, anziché alleggerire la struttura, la fa apparire trasparente, ma pesante. Il cuore dell'edificio è un gigantesco doppio cono che si innalza attraverso tutti i piani, mentre al pianoterra il cono si rovescia come se fosse penetrato nel pavimento con la punta. Dal piano terreno il visitatore, da una balaustra, può osservare i due coni in tutta la loro ampiezza. Innumerevoli fonti luminose si specchiano nel vetro e generano un estroso gioco di luci.
·         Norman FOSTER, Reichstag, Berlin-Tiergarten, 1995-1999
È la sede del Parlamento della Repubblica federale tedesca. L’edificio del Reichstag (realizzato negli anni 1884-94) è uno dei più importanti esempi di architettura guglielmina. Le sue imponenti dimensioni (137 mt di lunghezza e 97 di larghezza) dovevano esemplificare la grandezza e la potenza del rifondato Reich tedesco, dopo la sua proclamazione a Versailles (1871). Nel 1933 venne incendiato; durante i bombardamenti del 1945 venne parzialmente distrutto. A partire dal 1961 ospitò un museo e la filiale berlinese del Parlamento della RFT. Con la decisione di trasferire la capitale a Berlino, nel 1991 venne deliberato di utilizzare l'edificio come sede del Parlamento. Nel 1993 Foster ottenne l'incarico per il restauro e la riorganizzazione funzionale della costruzione. L’autore ha previsto la conservazione del nucleo originale ottocentesco e la demolizione di tutte le aggiunte successive. Gli interni sono stati completamente rimodellati. Durante i lavori sono venuti alla luce dei graffiti eseguiti dai soldati dell'Armata rossa nel 1945, che sono stati conservati e lasciati in vista. Su altre pareti sono state conservate le tracce della struttura antica (legno bruciato, pietre scheggiate) per fare in modo che il Reichstag diventi il museo vivente di se stesso. Elemento forte dell'intero intervento è la grande cupola di vetro che si innesta sull'edificio esistente. Essa sporge dal corpo centrale della facciata, diventando perno visivo dell’intera costruzione. È una struttura trasparente concepita come una vera e propria lanterna che apre il volume interno alla luce naturale e agli sguardi esterni. L'intradosso è percorso da due rampe gemelle elicoidali che portano a una terrazza panoramica; le rampe svolgono un importante ruolo simbolico, in quanto permettono ai visitatori di giungere su un piano superiore a quello nel quale siedono i "potenti". Il centro è dominato da una scultura luminosa formata da un enorme cono capovolto ricoperto da 360 pannelli a specchio.
·         Frank Owen GEHRY, DG-Bank, Berlin-Mitte, 1997-2001
È la sede della Deutsche Genossenschaft Bank, realizzata nei pressi della storica Brandeburger Tor. Si tratta di un edificio a funzioni miste comprendente la nuova sede della DG Bank, un casinò e un gruppo di 39 appartamenti. Gehry ha realizzato un’austera struttura a cinque piani scandita dalla giustapposizione di forti setti murari ricoperti da lastre in arenaria e grandi finestre rettangolari con balconate in vetro. Superata la facciata si entra in una corte di 61x20 mt delimitata da pareti di sette piani formate da una severa struttura architravata. L’atrio è però un’esplosione di volumi trasparenti che occupano tutto lo spazio. È delimitata da due coperture curvate in vetro, l'Atrium Skylight di 1850 mq e il Glass Floor di 1120 mq. L'Atrium Skylight è costituito da un guscio modellato che, partendo da una leggera curvatura iniziale, si rastrema rigonfiandosi e mutando continuamente di sezione, fino a concludersi con una superficie di forma ellittica. Visto esternamente, questo spettacolare guscio è modellato fino ad evocare il dorso di un enorme "pesce di cristallo". Il Glass Floor, posto all'altezza del pavimento di entrata della banca, divide quest'ultima dallo spazio dei locali interrati, consentendone la vista dall'alto. Si tratta di un pavimento che si rigonfia come una calotta di ghiaccio sospesa nello spazio. Una terza superficie vetrata si trova nello spazio alto e stretto che separa la banca dagli appartamenti; è concepita come una sorta di gigantesca lente convessa che fronteggia un muro concavo di cemento per l'altezza di dieci piani e che riceve luce dal tetto attraverso un ampio lucernario a forma di mandorla. Il centro del cortile è occupato dalla sala per riunioni e videoconferenze, racchiusa da una struttura in acciaio dalla forma surreale, vagamente riconducibile a un teschio di cavallo asimmetrico. Questo inquietante "bucranio" sembra galleggiare sulla superficie gonfia del pavimento. Ne risulta una composizione onirica, fatta di superfici galleggianti, materiali pesanti e opachi e materiali leggeri e trasparenti, dilatazioni e compressioni.
·         Daniel LIBESKIND, Jüdisches Museum, Berlin-Kreuzberg, 1993-2001
L’edificio è un tipico esempio di architettura "parlante", nel senso che agli spazi architettonici è affidato il compito di comunicare il programma iconografico del museo, cioè la storia della vita ebraica a Berlino. La planimetria presenta una forma che richiama un fulmine zigzagante ottenuto da una stella di David spezzata. Visto dall’alto, l’edificio sembra una violenta ferita che taglia il cuore di Berlino. Lo stile decostruttivo viene usato per ottenere risultati fortemente allegorici. Per descrivere la tragedia dell’Olocausto, l'edificio evoca l'idea di rottura, di distruzione e di assenza. Per illustrare un tema così ostico, l'architettura è volutamente irregolare e tagliente, simile ad una complicata scultura. Le pareti sono irregolarmente "ferite" dai tagli delle bucature che portano all'interno luci continuamente spezzate, che creano spazi drammatici, allusivi allo sterminio degli Ebrei. Il carattere irrazionale degli esterni è accentuato dal rivestimento argentato e luccicante di lamine metalliche i cui toni grigi conferiscono all’edificio un'apparenza gelida e disumana. Nella pavimentazione esterna è presente la rotaia di un binario ferroviario che allude ai treni delle deportazioni ai campi di concentramento. L’interno costringe il visitatore verso claustrofobici labirinti in cui le sale di esposizione sono intercalate da spazi vuoti e impraticabili, a simboleggiare l'assenza di quelle persone che sono state vittime dell'Olocausto. Sono presenti tre percorsi architettonici (la linea dell’Olocausto, quella dell’Esilio, quella della Storia dell'Ebraismo berlinese) che si intersecano tra loro. Sono percorsi formati da gallerie, vani di forme e misure diverse, con scorci visuali sempre nuovi, talvolta spettrali. Creano angosciosi sentimenti di oppressione, chiusura, distacco da un mondo esterno, del quale si percepiscono, attutiti, lontani rumori.
·         Peter EISENMAN, Memoriale per gli Ebrei assassinati d’Europa, Berlin-Tiergarten, 2001-2005
Monumento eretto per ricordare tutte le vittime ebree della II Guerra mondiale. Occupa una superficie di circa 19.000 mq lungo la Ebertstrasse, tra Potsdamer Platz e Brandeburger Tor che, fino al 1989, era un'enorme e desolata area abbandonata. Nel suo insieme è una composizione astratta e minimalista consistente in una serie infinita di steli di cemento armato conficcate nel terreno. Ciascuna stele ha una lunghezza di 238 cm, una larghezza di quasi 1 mt e un'altezza variabile da 20 cm a 470 cm; il colore è il grigio scuro. Le varie altezze non sono casuali, ma sono state studiate in modo da creare un andamento ondulatorio. Formano lunghe file parallele, separate le une dalle altre da una luce di soli 95 cm. Le superfici superiori sono inclinate in più direzioni; in questo modo la luce radente rende l’insieme simile a un velario sospeso sul terreno e mosso dal vento. Visto dall’alto, il monumento dà anche l’impressione di un esteso campo ondulato.
Maria Teresa Fazzolari